Based on a true story: Staer Sistemi srl e un’assunzione in pieno lockdown.
Riuscire a trovare un impiego, per di più gratificante, in questo preciso momento storico, sembra essere un’utopia. Fra gli effetti del coronavirus sul nostro quotidiano, un martellante vocabolario utilizzato per descrivere il mondo del lavoro andato incontro a cassa integrazione, riduzione del personale, flessibilità, smartworking, ha reso il clima ancora più pesante di quanto già non fosse. Per fortuna, però, non è sempre così che vanno le cose.
Riportiamo di seguito la good story di M. che lascia ben sperare sul futuro imprenditoriale italiano oltre che sull’occasione – paradossalmente offerta da una pandemia – di costruire un nuovo modo di raggiungere gli obiettivi della produttività coniugandoli al wellness aziendale.
Mentre ci preparavamo ad affrontare, con coraggio, una delle più aggressive pandemie degli ultimi decenni, il comparto produttivo nazionale si rifugiava in un lungo e penoso lockdown. In questo panorama, tutt’altro che roseo o prospero, alcune aziende hanno continuato a vivere a 360°, seppur nel silenzio più assordante e solo attraverso il lavoro da remoto.
E’ in tale contesto che inizia la nuova avventura professionale di M., la quale scopre come un colloquio, fatto mesi prima, abbia trovato concreta realizzazione in una assunzione nel bel mezzo del lockdown nazionale.
Non parliamo di una delle storie impossibili “da sogno americano”, non siamo nella Silicon Valley, ci troviamo nella zona industriale della Capitale, Tecnopolo Tiburtino, dove risiede una realtà italiana di medie dimensioni, fiore all’occhiello dell’industria nazionale.
Alla sua guida ci sono due manager, Ingegneri e imprenditori, i quali mettono la propria professionalità al servizio dell’azienda. Si tratta della Staer Sistemi Srl, una pmi innovativa, completamente made in Italy, eccellenza nei sistemi di Automazione e Controllo così come nella tecnologia IoT (Internet of Things) e SCADA.
Entrando in questa realtà, M. scopre che espressioni come leadership partecipativa, autonomia gestionale, flessibilità oraria, valorizzazione del personale, non sono soltanto concetti teorici ma effettive modalità di intendere il lavoro, che possono trovare applicazione anche nella realtà quotidiana.
Ripercorrendo la storia del colloquio, M. ci confessa di essere rimasta sbalordita rispetto alle trascorse esperienze, nelle quali la presenza di due figli e la giovane età le avevano fatto perdere occasioni prestigiose, mentre i due interlocutori, sentita la sua storia, si erano quasi trovati in imbarazzo nel dover assicurare come la situazione e le prospettive familiari di una candidata non avrebbero costituito una nota negativa.
Una volta preso il suo posto all’interno della società, la meraviglia di M. cresce sempre di più, osservando come le richieste del part-time o dello smartworking – fatte per conciliare al meglio esigenze di vita con il tempo di lavoro – non suscitano dissenso nei suoi interlocutori, i quali, anzi, accolgono le proposte, amplificandone gli aspetti motivazionali.
Ciò che conta è l’obiettivo: finalmente arriva una concreta testimonianza di come la vecchia forma mentis della scrivania fantozziana faccia parte di un passato dal quale l’Italia inizia ad allontanarsi.
Lino e Paolo, rispettivamente, l’Ad e il Dg dell’azienda, mettono a proprio agio colei che hanno di fronte, dando una tangibile prova di capacità nella valorizzazione del personale. Verrebbe da pensare che M. si sia imbattuta in due giovani rampanti manager anticonformisti e invece no, si tratta di due affermati ingegneri, giovani si, ma davvero non alle prime armi.
Il primo, Lino Picheo, con stile sofisticato, un po’ hipster, offre la sua geniale creatività alla ricerca di nuovi talenti e nuovi prototipi ad alta tecnologia, da mettere sul mercato. Incontra questa azienda nel suo percorso professionale, e se ne innamora, tanto da volerne divenire socio.
L’altro, Paolo Sigismondi, garbato ed elegante, mette al completo servizio della Società, che condivide con Lino, le tante sfaccettature della sua alta professionalità, dirigendo con orgoglio, passione e meticolosa artigianalità, l’azienda alla quale suo padre diede i natali nel 1953. Insomma, nulla che trovi facilmente spazio nell’editoria moderna, ossessionata dal click e dalla notizia che fa scalpore: tutto assolutamente reale, italiano.
La storia di M. racconta quanto ci sia ancora di buono nel nostro Paese perchè parla di eccellenza produttiva, diritto, impresa e dipendenti che perseguono il medesimo obiettivo, oltre la retorica delle facili contrapposizioni alle quali, purtroppo, ci stiamo abituando a causa di una narrazione tossica da parte del mainstream.
Siamo certi che, oltre alla Staer Sistemi, l’Italia possa vantare altre realtà aziendali meritevoli, ma vorremmo che questa fosse da esempio e, soprattutto, da sprone per chi, in questo periodo, ha ben poco da gioire.
Un caso di successo, dunque, sia in termini di valorizzazione delle risorse interne che in termini di qualità del servizio offerto al cliente.
La nostra stima e il nostro plauso, oggi, va alla Staer Sistemi Srl affinché l’hashtag #andratuttobene, scritto su un colorato arcobaleno, non resti solo uno slogan ma sia la testimonianza della forza e del bello del nostro Paese.
dì @GuidaLor
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Foto https://pixabay.com/it/photos/colloquio-di-lavoro-aziendale-4010991/