Caos mascherine: intervista alla Dott.ssa Carlotta Palermo




dì Lorenzo Guidantoni

(Twitter @GuidaLor)

 

Da Roma a Milano, da Genova a Lecce: dopo la scelta di calmierarne i prezzi, nelle farmacie italiane le mascherine chirurgiche risultano introvabili.

Ho chiesto alla Dott.ssa Carlotta Palermo, titolare della Farmacia in Piazzale delle Province 8/a – Roma,  delucidazioni sulla situazione attuale e sul lavoro a contatto con un pubblico sempre più  disorientato.

 

La prima domanda non le suonerà nuova: oggi, 8 maggio, la sua farmacia vende mascherine chirurgiche a 50 cent + IVA?

Purtroppo, come la maggior parte delle farmacie, le abbiamo terminate.

 

Perché non si trovano?

Per tutte le dinamiche scaturite dalla scelta di calmierare i prezzi: oggi non conviene né realizzarle né venderle.

Chi ha convertito la produzione, affrontando costi per brevetti e formazione, è andato incontro a una perdita secca. Chi le produceva prima della pandemia ha visto aumentare il costo delle materie prime. Chi le vende non guadagna più un centesimo.

 

E i milioni di mascherine che abbiamo importato dagli altri Paesi?

In molti casi sono arrivate senza una certificazione valida per gli standard italiani, passando direttamente dall’aereo al ciclo dei rifiuti. Molte mascherine restano invece nei magazzini, in attesa dei controlli e del via libera alla vendita.

 



 

Attraverso i contatti con i suoi fornitori si è fatta un’idea di quando saranno facilmente reperibili?

Al momento è impossibile dirlo.

 

Nel frattempo si vendono i modelli FFP2 e FFP3.

Si, con il timore che anche per questi modelli vengano improvvisamente imposti dei prezzi di vendita.

Consapevoli delle dinamiche politiche e delle lungaggini burocratiche per i rimborsi promessi, in tanti preferiscono rispondere con un approvvigionamento che limiti il rischio d’impresa.

Sono semplici regole di mercato. Erano facilmente prevedibili.

 

E alla fine i consumatori se la prendono con le farmacie.

Farmacie che, nel silenzio generale, registrano un crollo verticale dei fatturati.

Chi entrava per acquistare integratori, creme o farsi un giro nel reparto cosmetica, oggi fa la fila solo per mascherine o medicinali, prodotti sui quali il guadagno spesso è irrisorio.

 



 

Facciamo chiarezza su un aspetto non meno importante dell’acquisto e della reperibilità del prodotto. Escluse le mascherine monouso, i modelli FFp2 ed FFp3 per quanto tempo sono utilizzabili?

Iniziamo con un aspetto tecnico poco noto: dentro questi tre grandi gruppi esistono varie sigle e modelli.

Ciò detto, le Ffp3 sono in esclusiva per il sistema sanitario. Le mascherine chirurgiche, FFp1 e Ffp2, sono invece in commercio, secondo regole e certificazioni richieste.

Sorvolando sugli aspetti più tecnici di ogni dispositivo, bisogna ricordare che qualunque mascherina con la valvola, a partire dalle FFp3, non fa nulla per evitare la diffusione di aerosol e droplet della persona che la indossa.

Dare un tempo massimo di utilizzo è comunque difficile, ci sono molte variabili.

 

Indossare una mascherina senza la necessaria formazione diventa complicato.

Bisogna seguire delle regole ferree. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, vedo che questo non succede.

La mascherina deve coprire naso e bocca e va spostata solo attraverso i laccetti: non si può tirare su e giù per parlare o per fumare. Anche fare sport, bagnandone il tessuto con il sudore, ne compromette ogni capacità protettiva.

 

Grazie Dottoressa.

 







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