Come lui nessuno mai: Marco Pantani




 

dì @GuidaLor

 

La ciclica celebrazione di Marco Pantani – oggi ricorre il diciassettesimo anno dalla scomparsa – dimostra ancora una volta l’affetto degli italiani verso il campione fenomenale, l’uomo fragile, l’icona senza tempo di uno sport caratterizzato dal sacrificio, valore che prima o poi tutti incontriamo sul nostro cammino.
Una guerra con il limite condensata su due ruote come rappresentazione catartica e senza tempo, pur se l’epoca della perfezione scientifica inizia a smontare quella narrazione di umanità che è stata il segreto della popolarità del pirata in giallo e di uno sport fra i più seguiti nel nostro Paese.
Marco Pantani come uno strappo in salita, trascendenza dell’allegria sportiva, entusiasmo della fatica, sfida all’incognita.
Un campione distrutto all’apice della carriera dal solito mandante misterioso, in una vicenda confusa, tipicamente tricolore.
L’ematocrito sopra la media come il frutto di una volontà camorristica o semplice errore di laboratorio? Manomissione umana o umana debolezza?
Il dubbio come unica certezza. Indagini irrisolte e polvere ancora in aria nonostante la distanza di un tempo infinito.

 



 

Pantani uomo e ciclista in fuga da uno squadrone di demoni che negli anni si danno il cambio fra incidenti e infortuni per tirare la volata alla tossicodipendenza, mostro capace di stroncare ogni entusiasmo, campione che cede di schianto con le ruote bucate da una tristezza indicibile.
Confusione, rabbia, delusione: le spoglie del ciclista marchiato dall’infamia recuperate da un pubblico appassionato, dai tifosi, dagli amanti del pirata di ogni dove.
La morte misteriosa, la verità giudiziaria alla quale non potremo più pervenire e quella sportiva in cui Marco Pantani sale con ogni diritto sul podio della leggenda insieme a Coppi e Bartali.
Una storia sbagliata, montagne di inchiostro e decine di teorie differenti.
Al fondo di ogni verità possibile la bicicletta come passione, carne che brucia, consuma e si disperde prima di tornare a vivere nel mito.
Un mito conosciuto per sempre con il nome di Marco Pantani.

 



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