Confindustria sotto scorta. La proposta Bigazzi accende nuove polemiche
Lettere minatorie e proiettile: sotto scorta il Presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia.
Sorveglianza anche al presidente regionale di Confindustria Marco Bonometti per altre due lettere analoghe.
Il coronavirus lascia uno strascico di rancore sociale e prospettive di rapporti poco sereni fra la nuova Confindustria targata Bonomi – -sempre più aggressiva nel suo modello di comunicazione – e parte della società, per gran parte ancora in attesa della cassa integrazione di maggio e sempre più spaventata dalle incognite del futuro socio economico del Paese.
I casi di minacce delle ultime ore trovano un facile bersaglio nei vertici industriali del nord, a testimonianza di un clima difficile da gestire dopo gli spifferi sulle mancate zone rosse delle quali è accusata la Confindustria lombarda, con pressioni sulla politica atte a evitare, secondo i detrattori, il blocco produttivo e il normale andamento del mercato.
Una situazione delicata, nella quale tutti dovrebbero fare la propria parte per arrivare a una pace sociale pur necessaria nel contesto di una ripresa difficile.
Aspettative di distensione già tradite se si legge l’ultimo affondo, del tutto ideologico, da parte del neo Presidente di Confindustria Firenze, Maurizio Bigazzi, che propone un contributo di solidarietà da parte dei dipendenti pubblici in smart working, in quanto possessori privilegiati di “un posto sicuro, risparmi bancari e tempo”, a vantaggio dei più bisognosi.
La reazione dei social alle parole di Bigazzi non tarda ad arrivare: si apre così un nuovo capitolo nei disastrosi rapporti fra la Confindustria e parte della società civile.
dì @GuidaLor
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