Cortocircuito Governo, Regioni, Sindaci: e il virus se la gode
dì @GuidaLor
La conferenza di presentazione del nuovo Dpcm riesce a produrre qualcosa di impensabile fino a poche settimane fa: coalizzare il Paese contro il Premier pop Giuseppe Conte, star delle meme e paladino della salvezza nel periodo fra marzo e maggio 2020.
L’ormai usuale clima da Gotham sotto assedio, ieri e per la prima volta, strideva con la regolarità delle vite fuori dal cortile di Palazzo Chigi, nelle morbide decisioni del documento e dopo l’estate passata a ballare “un reggae in spiaggia”.
Fra i quasi dodicimila contagi registrati prima della conferenza e la possibilità di redenzione concessa alle palestre per bontà dell’esecutivo, la delusione dello spettatore medio è corsa a sfogarsi sui social per le scelte di un Presidente rassicurante come il suo Vice Ministro alla Salute, Pier Paolo Sileri, colui che negava la seconda ondata in luglio, l’avrebbe controllata in settembre e arriva a ottobre appellandosi ai numeri delle terapie intensive ancora disponibili.
L’impreparazione generale riflette per molti la pochezza del lavoro svolto in questi mesi da un esecutivo che manda in smart working la PA e in soffitta ogni contact tracing, tra il fiasco di Immuni e le code ai drive-in, con la soluzione della chiusura alle 24:00 per ristoranti e pub, qualche ingresso scaglionato a scuola, un pizzico di DAD per le università, il rinvio dei convegni e lo stop alle fiere.
Più che di Dpcm si può allora parlare di una raccomandazione allo “state buoni se potete”, che la cassa è vuota e gli interessi in ballo sono troppi. Litighiamo con il virus e ci meniamo fra di noi.
Ma al di là dell’analisi sulle singole misure, il difficile compromesso tra Governo e Regioni smaschera ancora una volta le debolezze del nostro sistema davanti alle emergenze, con lo scaricabarile per la chiusura di piazze e vie a rischio assembramento che trova il malumore dei sindaci, gli stessi vogliosi di protagonismo durante il lockdown e oggi pronti ad alzare le mani davanti alla richiesta di intervento.
Ed è attorno a questa dinamica malsana che il dibattito pubblico si concentra il giorno dopo il Dpcm, con l’esecutivo ostaggio delle Regioni in mano all’opposizione e i sindaci poco propensi a scendere in campo nonostante il lungo riscaldamento.
Davanti a una squadra che perde ogni giorno l’armonica organizzazione richiesta, con un capitano in difficoltà e tanti bastian contrari nello spogliatoio, il virus continua a segnare punti sul tabellone quotidiano dei ricoveri e il vantaggio accumulato si disperde un minuto dopo l’altro.
Per il futuro più prossimo in molti già prevedono l’ulteriore inasprimento delle regole, l’ennesimo Dpcm, la nuova conferenza stampa, le critiche da tutte le parti: un film già visto. Purtroppo. State buoni, se potete.
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