Covid 19: caos vaccini e mutazioni
La Pfizer diminuisce l’invio delle dosi rallentando il misterioso piano Arcuri. Personale sanitario ancora restio verso il vaccino mentre le mutazioni imbarazzano la ricerca e preoccupano la politica. La guerra al virus è ancora lunga.
Il piano vaccinale italiano – del quale ancora non si ha traccia – incontra il primo scoglio: la Pfizer riduce momentaneamente l’invio delle dosi mettendo in crisi le regioni che a loro volta ne lamentano la carenza con un Governo ufficialmente in bilico da qualche ora.
Il Commissario Arcuri minaccia la multinazionale di ritorsioni legali ma spara con una pistola ad acqua contro la potenza del sole.
Se l’arrivo dei vaccini delle altre case farmaceutiche (da Moderna a Jhonson) potrebbe aiutare a stretto giro, è in un contesto di vero e proprio caos che si inseriscono due fatti preoccupanti.
PERSONALE SANITARIO RESTIO VERSO IL VACCINO
Il primo problema riguarda il personale sanitario fin quì scarsamente ricettivo alla richiesta di vaccinarsi.
Scienziati contro medici: nonostante le rassicurazioni degli enti preposti al “controllo qualità” (AIFA-EMA-FDA), in molti ambienti si guarda ancora con diffidenza alla cura miracolosa.
Le preoccupazioni maggiormente diffuse riguardano:
- il fattore tempo, considerato troppo esiguo per una ricerca completa e affidabile;
- la totale ignoranza attorno ad aspetti fondamentali come la durata di protezione garantita;
- la trasmissibilità del virus da parte di quanti abbiano già ricevuto il vaccino. Certezza per la quale dovremo aspettare ancora un paio di mesi;
- gli effetti a lungo termine prodotti dalle componenti utilizzate che, seppur non riguardando la complottistica modifica del DNA, spaventano per lo scarso numero di studi a supporto;
- il numero delle mutazioni in essere.
In questo ambito si apre un tema politico, ovvero una crisi nella crisi, per un vaccino che in molti vorrebbero obbligatorio -come accade in Germania per il personale sanitario- ma che nella debolezza dell’esecutivo e dei suoi protagonisti si è tradotto nella volontà di non intervenire.
MUTAZIONI E IGNORANZA DEL VIRUS
Le variazioni che preoccupano maggiormente per la loro vitalità e capacità di contagio, ad oggi sono tre: sudafricana, inglese e brasiliana. Alla faccia del politically correct verso il censurato “virus cinese”.
Gli anticorpi generati dal vaccino Pfizer sembrano essere meno efficaci verso la mutazione UK in misura di 3X.
Secondo gli esperti un dato non troppo preoccupante al quale però bisogna sommare l’aumento della carica virale e la capacità di un rinnovato covid nel nascondersi velocemente agli anticorpi creati in laboratorio.
La tensione cresce anche per il nuovo target del virus che ora risulta più sensibile verso bambini e adolescenti.
La diffusione del covid su scala globale è la culla delle mutazioni, per questo motivo l’allarme suona sempre più forte nelle cancellerie di mezza europa.
Secondo gli esperti il tracciamento risulta ancora una volta necessario per monitorare la presenza delle varianti sul territorio e circoscrivere una terza, più severa ondata di contagi.
In Italia questo problema non sembra essere ancora al centro del nuovo piano di prevenzione. Tutto è abdicato in favore delle speranze vaccinali, anche il tracciamento nel quale hanno fatto il loro recente ingresso i test rapidi, considerati in larga parte poco affidabili ma utili per abbassare l’indice RT.
Stiamo nuovamente chiudendo gli occhi davanti alla pericolosità del Covid19? Per molti esperti la risposta è affermativa.
Il virus persiste, muta e rischia di prendere in contropiede il “fiore della rinascita” invocato da Arcuri.
A prova di questa realtà c’è il “caso Abruzzo”, con un cluster di persone alle quali è stata riscontrata la positività da Covid19 – variante inglese, meglio definita come B.1.1.7
Una mutazione che preoccupa B. Johnson da settimane e da una manciata di giorni anche la cancelliera A. Merkel, la quale prepara l’estensione del lockdown duro per altri due mesi. Stesso discorso vale per la Spagna, dove l’aumento dei contagi risulta ancor più sensibile negli ultimi giorni.
Il dato di fatto è che mentre gli altri paesi europei inaspriscono le misure, in Italia il Governo è a pezzi e la creazione delle zone bianche non può fermare con i suoi auspici la prepotenza di un virus malefico, tanto per la sua capacità di confondersi quanto per l’adattamento che dimostra nei laboratori di tutto il mondo.