Covid19: la lettera di @Santas_Official
Moltissime categorie di lavoratori sono oggi preoccupate per i tagli di orari e stipendi: credo che tali riduzioni stiano toccando e toccheranno tutti: siamo entrati in una guerra peggiore di quella vissuta dai nostri nonni, bisogna rendersene conto; almeno con le bombe vere era più facile convincere la popolazione di cosa si stesse rischiando.
Oggi la bomba è invisibile, potenzialmente addosso a noi e a scoppio ritardato. Tutti faremo enormi sacrifici e sono convinto che governo ed Europa ci aiuteranno più che potranno, ma può anche darsi che non basterà. Vi porto solo due piccoli esempi di microcosmo, per estendere il particolare all’universale:
– Chi gestisce piccole attività commerciali di generi non di prima necessità facilmente non vedrà clienti per chissà quanto tempo, l’ipotesi di un fallimento non è remota, dipende solo da quando riusciremo a fermare quest’emergenza.
– Chi è impiegato come OSE a scuola dietro cooperativa viene pagato solo in base alle ore effettive: è a casa da settimane, lo sarà almeno fino al 3 aprile, poi Pasqua.
Ma tutti dovremo tenere duro, perché è l’unica soluzione.
Finché questa nazione avrà soldi, in qualche modo ci aiuterà: non vedo categorie sociali che non subiranno decurtazioni, forse solo chi lavora nell’informazione, soprattutto sotto editori privati. Potrebbe anche accadere che pure ai pensionati toccherà subire riduzioni per magari redistribuire la poca ricchezza che resterà. Non è nemmeno remota l’ipotesi di una patrimoniale sulla ricchezza privata, visto che per fortuna in Italia è ancora tanta. Questa è purtroppo la guerra: il Welfare era tarato su precisi parametri che purtroppo potrebbero saltare alla velocità della luce.
Dal punto di vista economico è una faccenda troppo più enorme di noi: gli Stati dovranno supportarsi, servirà una cooperazione internazionale, ma una drastica decrescita sarà inevitabile. Forse è la rivincita del pianeta: stavamo esagerando, era impossibile crescere, tutti, costantemente, ogni anno.
È il momento di enormi sacrifici, ma sono convinto che in guerra, stando tutti uniti, nessuno si dimenticherà di nessuno. Teniamo duro, i sacrifici saranno pesanti, magari dovremo tornare a fare l’orto, ma l’alternativa è un’ecatombe. La Peste del 1350 uccise il 30% della popolazione europea: oggi abbiamo conoscenze scientifiche molto più avanzate, facciamo che non si ripeta e poi ci rialzeremo.
Far convivere la democrazia occidentale con uno stato d’emergenza ai limiti della legge marziale è un accadimento mai visto prima nella storia: noi siamo gli sfortunati pionieri, è un’impresa titanica ma abbiamo il dovere di essere d’esempio.
Sono convintissimo che nessuno verrà lasciato indietro, ma bisognerà accontentarsi del minimo indispensabile, non solo riguardo agli spostamenti e alle libertà, ma anche e soprattutto riguardo al denaro, proprio perché nessuno di noi rimanga indietro.
Coraggio, uniti si vince, pensando alla collettività, e quando tutto questo finirà, faremo la festa più grande mai vista nella storia, e saremo cambiati; invece di scambiarci regali inutili e superflui, ci saremo scambiati un dono ben più grande: la solidarietà. E avremo capito che di fronte alle forze della Natura, siamo davvero tutti uguali.
Con affetto, il Vostro Babbo Natale.
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