Covid e carceri: numeri e polemiche
Oltre 1.900 positivi al Covid19 tra detenuti e operatori. Nelle carceri italiane il virus è diventato una seconda condanna. Il Governo prepara misure ad hoc per alleggerire la curva.
L’allarme Covid19 nelle carceri italiane, lanciato dall’Associazione “Nessuno tocchi Caino” e dalla radicale Rita Bernardini, attualmente in sciopero della fame, trova conferma nei numeri diffusi dal Garante Nazionale dei detenuti, Mario Palma, che da par suo continua a lamentare la carenza di personale già prima della pandemia.
I NUMERI DEL COVID19 NELLE CARCERI ITALIANE
Delle 192 prigioni italiane in cui sono attualmente recluse 53.830 persone, 86 registrano casi di covid al loro interno, per un totale di 892 detenuti positivi al Sars-Cov2.
A questo numero vanno sommati i 1.012 operatori e membri della polizia penitenziaria che lavorano a stretto contatto con i detenuti e hanno contratto il virus.
INTERVENTO DELLA POLITICA
Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, lavora per inserire all’interno dell’ultimo Decreto Ristori misure atte a diminuire la pressione sugli operatori e la presenza fisica dei detenuti nelle carceri.
Nelle intenzioni del Ministro resteranno fuori dal carcere detenuti che già godono dei permessi di lavoro all’esterno. Tale misura andrebbe a liberare oltre 1300 posti letto.
Si discute sulla possibilità di far scontare ai detenuti non in carcere, bensì presso la propria abitazione, pene residue o inferiori ai 18 mesi, attraverso la garanzia del braccialetto elettronico.
Lo scontro interno alla maggioranza – con la contrapposizione fra PD e M5S – riguarda i tempi lunghi per la conversione del decreto e il numero di detenuti “graziati” dalle future norme. Un numero esiguo secondo le associazioni a difesa dei carcerati, parte del PD e volti noti del giornalismo come Roberto Saviano, che si è espresso sul tema appena pochi giorni fa, su “La Repubbica”