“Dalle stelle in poi”: recensione di Giovanni Liberato




 

dì Giovanni Liberato

 

Miriam Giuliani non si arrende all’evidenza della materialità; tutt’altro, la sua è una ricerca di Dio, celeste in essenza sin dal significativo titolo dell’opera: “Dalle Stelle in poi” (Ed.ni Mondo Nuovo 2020).

La dotta prefazione di Franco Pasquale introduce il lettore al campo d’indagine, cioè nel regno etereo della verità.

La celeberrima domanda di Pilato («Cos’è la verità?»), apre e indirizza sin da subito l’approccio alla lettura.

Come viene rivelato nella stessa prefazione, l’autrice aveva inizialmente pensato d’intitolare l’opera proprio alla verità, che infatti è comunque nucleo fondamentale e cuore di tutti i capitoli.

 

Dalle stelle in poi

 

 



 

La meravigliosa e semplice religiosità che pervade le pagine è descritta in introduzione: «Eppure… io non mi possiedo».

 

Giuliani si pone le più antiche domande di senso dell’umanità pensante, incentrate sui perché dell’esistenza.

 

Una prima risposta guida l’abbandono alle forze superiori: «Il mio essere mi sovrasta e mi sfugge». Rammento per inciso che Yhwh disse a Mosè «Io sono», fondando la c.d. metafisica dell’esodo; da allora gli uomini sono in cammino.

L’essere dell’ontologia impregna d’ispirazione la lettura e la rilettura della storia dell’umanità che ha il suo fulcro nell’incarnazione del Dio, cioè in Cristo.

Homo sapiens, com’è ovvio, non “discende” da alcuna scimmia, ma è esso stesso un primate “separato”.

 



 

Saggiamente, Miriam Giuliani dà spazio con metodo a varie ipotesi che rappresenteranno nei prossimi anni le nuove domande sull’origine e sul destino di noi umani.

Con l’ausilio dei racconti del Cristianesimo non ufficiale, centrale permane e gigantesca si staglia la figura di Gesù.

Dalla varietà delle fonti, il messaggio del maestro si amplia e per nulla viene scalfito; anzi, grazie ai ritrovamenti delle “biblioteche” di Qumran e Nag-Hammadi, Miriam Giuliani è in grado di fornire al lettore un orizzonte maggiore che arricchisce la religione cristiana.

Infine, a mo’ di chiosa e di glossa, un cenno alla dedica appassionata dell’autrice: rispecchia nel piccolo di poche righe l’immenso amore riconosciuto nelle cose e nelle persone:

 

Amo questi giorni

– Benché siano giorni di dolore –

questi sono i miei giorni con te.

A Manuel, Dio è con noi

 



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