Dpcm 3/12/20: soldi finiti e follie di Natale
Nella dinamica ben collaudata che precede da mesi i Dpcm per arginare la pandemia, le indiscrezioni sono state l’amo con cui testare l’interesse del pesce popolare, inevitabilmente interessato e pronto ad abboccare dopo mesi di semi reclusione e incertezze frustranti.
L’approssimarsi del Natale aumenta l’interesse della fauna ittica nazionale, preoccupata di non potersi ricongiungere con i cari fuori regione, esaurita nella capacità di sopportazione economica di imprenditori e dipendenti, in perenne attesa di un ristoro o della cassa integrazione.
Il governo sbriciola così qualche mollica di informazione e ragiona osservando i numeri dell’economia, fra debito pubblico impazzito e recovery fund che tarda ad arrivare, in cerca dell’ennesima mediazione con il Covid19 che nel frattempo dilaga, nonostante la lenta decelerazione degli ultimi giorni.
Il Natale sognato dall’esecutivo giallorosso, così come viene presentato in queste ore, appare il trionfo del consumismo e la consapevolezza di una cassa piena di cambiali e vuota di denari.
Le manovre timorose i e compromessi al ribasso, vorrebbero disegnare un distopico Paese in piena recessione ma voglioso di spendere tutti i suoi soldi fra centri commerciali e negozi contingentati solo sulla carta, come registrato fino ad oggi in qualunque zona d’Italia e in particolare nei week end.
In attesa di chiarezza, le molliche gettate nel laghetto dell’informazione dal Governo sembrano imbevute di LSD per la loro totale mancanza di logica: riapertura serale di bar e ristoranti -oltre che delle piste sciistiche – con le scuole ancora chiuse e la continuazione del blocco fra regioni capace di infliggere il definitivo colpo all’umore nazional popolare, del quale bisogna pure tenere conto.
La Francia, attraverso un lockdown rigido, è riuscita a dimezzare in dieci giorni il numero dei contagi e dei ricoveri: noi no.
Il lockdown light imposto nelle zone rosse e le flebili limitazioni restrizioni in quelle gialle sono l’ennesimo fiasco di un esecutivo incapace di governare la seconda ondata. La decelerazione del virus, già lenta con il lockdown totale di marzo, non sortirà una decompressione consistente e in tempi brevi sulle strutture ospedaliere.
In attesa di vinti e vincitori fra regioni e Governo, c’è chi fa fortune (giganti del web), chi resiste (patrimoni, rendite, pubblico impiego), e quanti tentano di sopravvivere in attesa della cassa integrazione o di una delle tante forme di welfare rese possibili dal sostegno europeo (Sure etc.)
Un equilibrio sociale precario in vista di un Natale preoccupante. La pazienza al limite e un Governo sempre più balbettante.
C’è poco da stare allegri se non ti chiami Jeff Bezos.
Immagine https://pixabay.com/it/photos/natale-schiaccianoci-figura-3023998/