DPCM all’ultimo respiro. Governo: sotto l’albero tanta confusione
Se avete acquistato regali deperibili fareste bene a consumarli per conto vostro. Il Governo, impegnato da oltre dieci giorni nel confronto sulle nuove misure restrittive, è pronto a dettare la linea dura.
La mediazione interna di queste settimane si è accompagnata dalla necessità di far spendere gli italiani fino all’ultimo secondo, per doni natalizi che, al netto della risalita dei contagi, rischiano di non essere consegnati prima della Befana.
La stretta di Natale dovrebbe essere ufficializzata in serata: all’inizio dell’ultimo week end in cui sono permessi spostamenti fra regioni gialle. Al limite dell’orario di chiusura dei negozi presi d’assalto nelle grandi città. Al netto di una risalita dei contagi che preoccupa gli esperti del CTS.
Sulla possibilità della zona rossa unitaria dal 24 al 7 gennaio, la spaccatura interna alla maggioranza dimostra ancora una volta l’insensatezza dei numeri che una volta impongono e l’altra si convertono ai dettami dell’economia.
Le ipotesi trapelate in queste ore sono numerose come le previste eccezioni alla regola.
Corriamo allegramente incontro a un nuovo caos legislativo, mentre il virus osserva e si moltiplica nella sua imparziale laicità.
A partire dall’autunno le decisione dell’esecutivo sono apparse incerte, confuse e inefficaci.
Il vaccino petaloso con tanto di stand ad hoc inizierà in maniera simbolica dopo Natale ma entrerà a regime soltanto nelle prime settimane di Gennaio.
Il rischio di trovarsi nella tempesta perfetta fra influenza stagionale, crescita dei contagi e strutture ospedaliere ancora in affanno, preoccupa quanto lo stato della cassa, svuotata da ristori, welfare e spese per la sanità, solo in parte mitigate dal contributo dell’Europa.
Il prossimo, cervellotico DPCM, anticipato dal solito rituale della conferenza stampa, stride con il ritorno a casa di milioni di “fuori sede” e rappresenta una pessima premessa in vista della riapertura delle scuola, oggi fissata al 7 gennaio.
La confusione regna sovrana e la nuova linea dura conferma il fallimento delle regioni colorate, così come l’obiettivo del “Natale sereno” promesso a inizio novembre.
Il Presidente del Consiglio appare sempre più stanco: dalle missioni in stile Rambo per la liberare i pescatori fino allo scontro con Matteo Renzi, il 2020 si conclude con un Premier in balia della sua maggioranza, indebolito dal malumore popolare ma chiamato a governare la più importante iniezione di liquidità in arrivo dal primo dopo guerra.
In questo senso, Giuseppe Conte rappresenta compiutamente una popolazione confusa, frustrata, stanca delle continue novità, delle promesse tradite e delle rivoluzioni mancate.
Buon Natale.