Europa ed Erdogan: stessa faccia, stessa razza.
di @GuidaLor
Inutile asserire che Erdogan sia un mostro: lo si sa sapeva già.
Puerile accusarlo di cinica vendetta se, nel 2016, durante il tentativo di colpo di Stato in Turchia, lo hai lasciato volare sopra i cieli d’Europa senza mettergli a disposizione una pista che fosse una.
Ipocrita sentirci migliori di lui; lo abbiamo pagato miliardi di euro per tenere lontani i profughi di una guerra della quale non ci è mai interessato nulla.
Alla fine dei discorsi imbellettati, ogni cosa tanfa di denaro: anche i profughi disperati diventano un problema economico, numeri, denari da spendere, enigmi da gestire.
La nostra unica urgenza è stata quella di tenere l’eco della tragedia ben lontana dalle nostre orecchie, le sue immagini fuori fuoco, in uno sguardo egoisticamente puntato altrove.
Là dove l’umanità è fiorita, oggi appassisce calpestata dallo stivale, scudisciata dalle bastonate della polizia greca, nei gommoni affondati, nei morti ammazzati, nei pianti dei bambini. E questa non è retorica, ma ciclicità della storia.
Nella difesa di un Paese impoverito per sua colpa e incattivito anche dal bastone tedesco – oltre che da una storica propensione al fascismo – ai confini della Grecia si assiste allo scempio dell’umanità.
In Grecia c’è la pugnace, crudele difesa di uomini spaventati da ciò che ben conoscono: la povertà fattasi carne in movimento.
Oltre la retorica, questa volta val bene il detto : Europa ed Erdogan, stessa faccia, stessa razza.
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Foto https://pixabay.com/it/photos/bambini-afghanistan-afghani-ragazza-63175/