I danni dell’alcol nel mondo: lo sbalorditivo studio GBD
2.8 milioni di morti;
493.000 casi di cirrosi epatica.
80.600 casi di tumori al fegato.
60 malattie connesse.
Questi sono i numeri dell’alcol nel mondo, diffusi dal Global Burden of Disease (GBD), relativi ad uno studio che ha preso in considerazione 195 Paesi, fino al 2016, ed elaborati negli ultimi tre anni.
In Italia, il numero di “bicchieri bevuti giornalmente” è in netto calo:
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da una media di 6.1 degli uomini, nel 1990, si passa ai 4 del 2016.
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dai 3.5 delle donne nel 1990, ai 2.1 nel 2016.
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diminuiscono drasticamente gli astemi, ormai ridotti al 20% fra gli uomini e al 41% fra le donne.
Gli esperti ricordano che l’alcol crea dipendenza fisica, esattamente come il tabacco, e i processi infiammatori che innesca sono di grave portata, conducendo a più di 60 malattie, da quelle cardiovascolari ai tumori.
Il consumo minimo di “bicchieri” è tema centrale da decenni nel mondo scientifico. La tendenza è quella di un divieto assoluto, onde evitare qualsiasi processo infiammatorio sopra citato, ma autorevoli personalità continuano a pensare che un bicchiere al giorno (relativamente al vino) non crei problemi rilevanti al nostro organismo.
Quale sia la “dose limite” per l’assunzione dell’alcol non è molto chiaro: l’alcol fa male, crea dipendenza e, in questo senso, necessitiamo di una educazione alimentare. Per tutto il resto, i numeri della ricerca dalla GBD, qualche mese fa, su “Lancet”, parlano da soli.
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