I vaccini negletti di Cina, India e Russia
dì @AurelianoStingi
A pochi mesi dall’inizio della campagna vaccinale contro la Covid19, nei Paesi dove il piano è stato rapido e puntuale si iniziano ad osservare risultati incoraggianti.
In questo momento tutti gli occhi sono puntati su Israele che grazie ad un notevole sforzo sanitario è prossima alla tanto agognata immunità di gruppo.
I dati provenienti da Tel Aviv sembrano inoltre indicare come il vaccino riduca anche la trasmissione, inducendo la cosiddetta ‘immunità sterilizzante’ di cui avevo già scritto qualche settimana fa.
I ricercatori concordano nell’affermare che l’unica maniera per eradicare un virus respiratorio come il Sars-CoV2 sia attraverso una strategia di vaccinazione di massa, per la quale i paesi più ricchi dovranno farsi carico delle spese di vaccinazione a vantaggio delle nazioni meno sviluppate.
Ma se i vaccini hanno un costo relativamente contenuto, il vero problema riguarda il numero di dosi disponibili.
Ipotizzando di vaccinare l’intera popolazione mondiale in doppia dose, il numero di iniezioni necessarie sfiora i 14 miliardi (stima per eccesso che tiene conto di neonati, immuno-compromessi, guariti etc). Una mole di lavoro insostenibile per le poche aziende attive e sufficientemente strutturate in questo settore.
Allo stato attuale, in Europa abbiamo almeno tre vaccini approvati e in produzione, ai quali molto presto se ne aggiungeranno altri.
Ciò detto, accanto ai più noti Pfizer, Moderna e Astrazeneca, ne esistono altri che potremmo definire “negletti”, dei quali si parla poco nonostante alcuni, incoraggianti dati preliminari.
I vaccini riportati nella grafica sono già in fase 3 o 4. Purtroppo, per ragioni politiche e logistiche i dati non sono del tutto disponibili o sembrano ancora poco trasparenti.
In teoria, avendo accesso ai report con le relative certezze su efficacia e sicurezza, sarebbe necessario prenderli in considerazione per implementarne la produzione su scala mondiale.
Al di là dei successi di singole nazioni come Israele, siamo in una fase dell’epidemia nella quale risulta fondamentale abbassare la circolazione virale e l’unico modo che abbiamo per farlo, oltre a social distancing, DPI e lockdown, è proprio riducendo la popolazione suscettibile.
E’ verosimile che non tutti i vaccini su citati dimostrino l’efficacia stupefacente di quelli a mRNA ma ricordiamoci come il vaccino contro l’influenza abbia un’efficacia media dal 40-60%: nonostante ciò, la sua somministrazione evita ogni anno migliaia di morti.
Per tale motivo, nell’ottica di uno sforzo collettivo mondiale per l’eradicazione del Sars-CoV2, ritengo sia di importanza capitale valutare tutte le opzioni in materia di vaccini, evitando preconcetti e posizioni politiche ma valutando solo i dati su sicurezza ed efficacia.