Il Governo Draghi e la pace con il cervello

Siamo un Paese meraviglioso.
Quì abbiamo le nostre radici, quì abbiamo i nostri sogni, quì viviamo la nostra perenne insoddisfazione che non è solo frustrazione per gli obiettivi mancati ma anche invidia del vicino e impossibilità di raggiungere l’iperuranio.
Navi dei folli dalla medioevale leggenda puntano la prua a destra e virano a sinistra, incagliano nella secca e se la prendono con il mare.

 



 

Fino a poche settimane fa “l’uomo forte” provocava conati vomito.
<La democrazia non può essere il generale solo al comando>.
E allora giù applausi a Barack Obama, fischi a Conte et similia.
Oggi, dopo tanti appelli al realismo, abbiamo un Governo di salvezza nazionale nel quale tutte le forze politiche concorrono al medesimo obiettivo, insieme a qualche “tecnico” dal curriculum scintillante.
<La democrazia non può essere un’accozzaglia di tutti i partiti nella stessa maggioranza!>
Allora spelliamoci le mani per la responsabilità comune e fischiamo i Ministri che la rappresentano.
<Si ma tanto i Brunetta e le Carfagne, i Giorgetti e gli Zingaretti, obbediranno tutti a quel che dice Draghi>
Allora evviva l’uomo forte, generale solo al comando!
E Obama? “Ma noncerompercazzo” come scriverebbe Zerocalcare.
Intanto i ruoli si scombinano, per dirla con Biscardi le interpretazioni “si accavallano”.
Salvini prende il pungolo che fu di Renzi, a sua volta generato dalle architetture filmiche di Kevin Spacey e inizia prima del via ufficiale a martellare il Governo di cui fa parte: <I ministri Lamorgese e Speranza farebbero bene a cambiare rotta>.
Via, si riparte. Esecutivo già precario in attesa del prossimo carico di umanità disperata che attiri l’attenzione dell’opinione pubblica e accenda la miccia dello scontro.

 



 

E i tecnici? Bravi, bravissimi. Certo che faranno quel che gli si dice, dalle indicazioni dei partiti a quelle di Draghi. Si ma che curriculum incredibili, quali esperienze, quante idee!
E le donne? Quelle della politica sono tutte impreparate, d’altronde le hanno scelte gli uomini al comando. Si ma senza quote rosa è uno scandalo, roba da maschilisti, abbasso il patriarcato!
Ce n’è per tutti e per nessuno. Un vero manicomio.
Qualcuno chiami un dottore. Anzi, facciamo un convegno di medici ma parli solo il primario. <Quel primario è contestabile, hanno ragione i colleghi in prima fila!>
E intanto il paziente muore.

 



 



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