“Il lupo della steppa” – H. Hesse
Italo Calvino definiva il classico come qualcosa di inesauribile, che ad ogni lettura, per infinite volte, è capace di comunicare sempre qualcosa di nuovo. Il “Lupo della steppa” entra tranquillamente nella categoria. Un libro attuale, evocativo, simbolico, che grazie allo stile del suo autore comunica qualcosa altrimenti di difficile trasmissione. E allora, ecco a voi le (faticosamente scelte) sette frasi per un libro:
1) “Per quanto riguarda le memorie di Haller (…) vi scorgo invece qualche cosa di più, un documento del tempo, poiché la malattia psichica di Haller (oggi lo so) non è l’ubbia di un individuo, bensì il male del nostro tempo, la nevrosi della generazione alla quale Haller appartiene e dalla quale non sembrano colpiti soltanto gli individui deboli e minorati, ma proprio i forti e i più intelligenti.”
2) “Ora, nel nostro lupo della steppa avveniva questo: che nel suo sentimento faceva ora la vita del lupo, ora quella dell’uomo, come accade in tutti gli esseri misti, ma quando era lupo, l’uomo in lui stava a guardare, sempre in agguato per giudicare e condannare… e quando era uomo, il lupo faceva altrettanto”.
3) “Egli faceva parte della categoria dei suicidi. A questo punto dobbiamo osservare che è errato definire suicidi solamente coloro che si uccidono davvero. (…) Ma il suicida ha questo di caratteristico: egli sente che il suo io, è indifferente se a ragione o a torto, come se un germe della natura particolarmente pericoloso, ambiguo e minacciato, si reputa sempre molto esposto e in pericolo, come stesse sopra una punta di roccia sottilissima dove basta una piccola spinta esterna o una minima debolezza interna per farlo precipitare nel vuoto.”
4) “I “suicidi” sono affetti dalla colpa dell’individuazione, sono quelle anime che non considerano scopo della vita il perfezionamento e lo sviluppo di se stesse, bensì il dissolvimento, il ritorno alla Madre, il ritorno a Dio, il ritorno al Tutto. Tra costoro moltissimi sono assolutamente incapaci di commettere realmente il suicidio, perché lo considerano peccato. Ma per noi sono pur sempre suicidi perché vedono la redenzione nella morte invece che nella vita e sono pronti a buttarsi via, ad abbandonarsi, a spegnersi e a ritornare all’inizio”.
5) “Tutte queste cose il lupo della steppa le sa benissimo, anche se questo abbozzo della sua biografia intima non dovesse capitargli mai tra le mani. Egli intuisce la sua posizione nell’universo, intuisce e conosce gli immortali, ha il presentimento e il timore di un possibile incontro con se stesso, sa che esiste quello specchio nel quale egli avrebbe tanto bisogno di guardare, ma del quale ha tanta paura.”
6) “Il fulcro di quell’antica intuizione, l’irrealtà del tempo, dissi, non era ancora stato notato dalla tecnica, ma indubbiamente un giorno lo si sarebbe “scoperto” e sarebbe capitato tra le mani dei laboriosi ingegneri; forse prestissimo si sarebbe scoperto che non solo le visioni e gli avvenimenti attuali, del momento, ondeggiano continuamente intorno a noi, come la musica di Parigi o Berlino resa adesso udibile a Francoforte o Zurigo, ma che tutto quanto è mai accaduto è registrato e disponibile, e che probabilmente un giorno, con o senza fili, con o senza rumori di disturbo, sentiremo parlare il re Salomone e Walther von der Vogelweide; e che tutto ciò, come gli odierni inizi della radio, servirà agli uomini soltanto per fuggire lontano da se stessi e dalla loro meta e per circondarsi con una rete sempre più fitta di distrazioni e di occupazioni inutili”.
7) “La gente come lei non ha il diritto di criticare la radio o la vita. Impari prima ad ascoltare! Impari a prendere sul serio quello che merita di essere preso sul serio, e a ridere del rimanente! O ha fatto lei qualche cosa di meglio, qualche cosa di più nobile, di più savio, di più fine? Nossignore, non l’ha fatto, Lei, signor Harry, ha fatto della sua vita la storia di un’orrida malattia, della sua intelligenza una disgrazia. E, come vedo, di una fanciulla così bella e giovane e affascinante non ha saputo fare altro che cacciarle in corpo un pugnale e distruggerla! Le pare giusto?”
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