Il Maestro e Margherita – Michail Bulgakov

Un libro davvero eccezionale “Il Maestro e Margherita”, di cui non sembra mai di riuscire a cogliere i significati più profondi che lo permeano. Un’opera scritta e perseguitata tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, ma in realtà senza tempo. Il libro risveglia in primo luogo nel lettore tutta una serie di affascinanti timori che l’uomo da sempre vive. La possibilità, per esempio, che qualcosa a metà tra il reale e l’irreale possa decretare la fine della ragione.

 

Il terrore di tutto questo, radicato fino alle profondità più oscure della mente umana, viene però accompagnato dalla possibilità di una salvezza tutt’altro che radicale, che proprio da quel pericolo e da quel male proviene e si fa strada. Proprio la forza impura che terrorizza e fa impazzire può condurre alla pace. Non alla luce, che solo alcuni meritano, ma alla pace. Scopo dell’essere umano è riuscire a trovare la strada che dal male conduca al bene, dalla malattia alla salute, dalla distorsione della realtà alla sua accettazione.

 




 

La lotta tra il bene e il male rappresenta solo lo sfondo su cui si realizza il romanzo, che dà il bene e il male non come forze che si scontrano, bensì come entità necessarie che comunicano, si osservano, si rispettano.

 

Bene e male, alla fine, non sono altro che istanze umane che dentro all’umano si accrescono e combattono aspramente. Compito dell’essere umano è riuscire a trovare un compromesso tra questi aspetti apparentemente così distanti tra loro. Riconoscere che l’uno è l’altra faccia della medaglia dell’altro, e accettarlo, è il vero compimento della natura dell’uomo.

 

Da questo compimento nascerà un grande amore. Alla fine entrambe le forze, il Bene e il Male, salvano i protagonisti, due eroi fortunatissimi dal momento che vengono scelti tra una lunga sfilza di personaggi cui alla fine non rimane nient’altro che angoscia e la condanna ad una vita impostata, stramba ma terribilmente ordinata, ciclicamente drammatica, una protovita simile per certi versi a quella degli uomini descritti da Orwell in “1984”, romanzo altrettanto incisivo i cui protagonisti sono un altro Maestro e un’altra Margherita.

 




 

Cosa rimane di questo libro? Un’immaginazione più forte e una sensazione di speranza nonostante tutto, anche nonostante la disperazione e la tristezza che in più punti la coppia Maestro-Margherita è costretta ad affrontare. Un libro in cui è Satana stesso a postulare la summa del pensiero che rappresenta l’amore ideale: “Chi ama deve condividere il destino della persona amata”.

 

 

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