INPS e CIG: i numeri del mistero




 

La domanda iniziavano a farsela in tanti, troppi lavoratori che fra i social e le poche occasioni d’incontro rimaste, facevano il conto delle casse integrazioni inevase, chiedendosi come mai l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) incaricato dei pagamenti dal Governo, nonostante i rassicuranti dati e il silenzio della stampa, avesse sempre i centralini occupati.

D’altronde, nelle decine di conferenze stampa del Premier Conte, nessuno aveva azzardato qualche domanda sullo stato dei pagamenti della CIG, anche se al più acerbo reporter sarebbe bastato visitare un social, farsi un giretto sul web o parlare con il contact center dell’istituto per capire quale aria tirasse nel “Paese reale”.

A distanza di molti mesi dalla prima CIG Covid, tanto per aggiungere una mazzata al Governo ormai in fase terminale, con il solito tempismo misterioso della nostra democrazia l’arcano viene svelato nei numeri del Consiglio di Vigilanza dell’Istituto, ripresi da “La Repubblica” del 25 gennaio.

E così da un primo, complesso ma sommario studio, oltre 200.000 CIG risultano ancora da liquidare, per un totale di circa 1.2 milioni di lavoratori in attesa.

 



 

 

I DATI DIFFUSI A DICEMBRE DALL’INPS: QUANDO ANDAVA TUTTO BENE

 

Il 7 Dicembre 2020 (ultimo comunicato disponibile) l’INPS pubblicava il dato sulle casse integrazioni Covid19 “SR41 pervenute per esito”, elaborate fino al 3 dicembre 2020.

Secondo l’Istituto, a fronte di oltre 15 milioni di pagamenti effettuati, restavano solo poche migliaia di pratiche in lavorazione, con particolare riferimento a quelle di ottobre e novembre.

D

inps cig dati 7 dicembre
https://www.inps.it/docallegatiNP/Mig/AllegatiNews/Notizia_formato_accessibile_CIG_7-12-20.pdf

 

Nel documento si legge che:

  • “…si conferma l’accelerazione sui pagamenti che raggiungono il 99,5% del totale delle domande (SR41) pervenute, per un totale di 15.017.701 pagamenti effettuati a fronte
    di 15.098.773, rispettivamente corrispondenti a 3.521.701 lavoratori su 3.526.605 interessati.” Tradotto: al 7 dicembre per l’Inps risultavano solo 4.900 sfortunati lavoratori finiti nel castello kafkiano della burocrazia.

 

  • “per quanto riguarda i trattamenti da pagare, sul totale delle domande pervenute, un residuo in giacenza pari allo 0,4% è relativo a domande recenti, giunte a partire da ottobre, ed è pari a 67.707 trattamenti, mentre l’ulteriore 0,1% in lavorazione si riferisce a richieste relative al periodo antecedente (fino al 30 settembre) che riguardano 13.365 domande di pagamento per 1.870 lavoratori, che risultano avere elevate criticità.” Tradotto: le lungaggini relative al pagamento della cassa integrazione riguardavano per lo più il “recente” mese di ottobre.

 

DOMANDE SENZA RISPOSTA

 

1. Perché al 7 dicembre l’INPS afferma che sono pending solo 13.365 domande per i mesi antecedenti al 30 settembre 2020, quando i dati del CIV ripresi da Repubblica corrispondono a un totale di oltre 60.000 pratiche così ripartite:  marzo 338; aprile 5.338; maggio 12.188; giugno 5.748; luglio 13.490; agosto 5.449; settembre 7.148; ottobre 13.888 ?

 

2. Se il 68% delle domande ancora inevase si riferisce al mese novembre, perché non è stata favorita la chiarezza espositiva nei confronti dei cittadini preoccupati, menzionando nel documento           del 7 dicembre le  oltre 69.000 domande che pur “senza esito pervenuto”, erano state ricevute dall’Istituto prima della data di pubblicazione ?

 



 

I numeri ripresi da Repubblica si riferiscono a una tabella inserita nella delibera del 29 dicembre 2020, con cui la CIV (organo di vigilanza in rappresentanza di sindcati e imprese) approva il bilancio preventivo 2020 dell’Istituto ma segnala che al 30 novembre 2020 le pratiche inevase sarebbero 198.941,  per 1.2 milioni di lavoratori. Il 68% di queste sono giunte a novembre, ma un terzo è riconducibile ai mesi precedenti.

Il calcolo risulta peraltro sottostimato per le difficoltà di recuperare da ogni sede i numeri esatti, nel contesto dell’imbuto informatico che si è venuto a creare da marzo a oggi.

Quanto calcolato dal CIV si ottiene utilizzando i moltiplicatori dell’INPS per le tre categorie di CIG: 14 lavoratori in media per ogni domanda FIS (Fondo integrazione salariale), 3 per ogni domanda di CIG in deroga, relativo a imprese sotto i cinque dipendenti, e  4 per ogni domanda di CIG ordinaria (manifattura).

 

 



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *