La Cina che divora allattandoci




Il coronavirus rischia di fare avere pesanti contraccolpi alla macchina cinese.

Il pacco regalo inviatoci non commuova:  l’arresto brutale della propria economia è una seria minaccia che Pechino cerca di spegnere per mezzo della sua potenza produttiva.

Sull’ “aiuto” aereo vi rimandiamo a un interessante articolo de “Il Foglio”: poca roba e tanta politica. Andiamo avanti.

Facciamo un ripassino su cosa sia la Cina oggi, nel 2020.

  1. Condizioni dei lavoratori da terzo mondo, nelle fabbriche così come nelle campagne;
  2. nuovo colonialismo economico che va dall’Africa al Sud America: in nuce, prestiti cinesi a Paesi incapaci di riscattarli, con conseguente vendita di hub e risorse strategiche da parte di questi ultimi al dragone rosso;
  3. “campi di rieducazione” : l’ultimo nello Xinjiang, con un gulag da oltre 1 milione di uigiuri (minoranza etnica del nord ovest cinese), per la cui esistenza il Governo italiano non ha protestato a differenza di altre 23 democrazie
  4. Sistema produttivo capace di produrre oltre 9  bilioni di CO2, quasi il doppio degli USA il triplo dell’Europa

Questa è la Cina per sommi capi : nazione che ha vissuto una delle crescite economiche più rapide della storia dell’umanità prendendo il peggio del  nostro capitalismo, il quale,a lungo, si è appoggiato – e continua a farlo – a un sistema disumano di produzione disumano.



“La ricchezza è la condizionale per ogni peccato” scrive il cinico protagonista di Camus nel libro “La caduta”.

Tutti trovano nella Cina un partner fondamentale per il proprio sviluppo e perdonano ogni peccato.

Politici dimentichi – o volutamente ignoranti – di una lezione fondamentale della storia: mai fidarsi di un Governo autoritario; ciò non ha mai portato bene né all’Italia, né all’Europa.

La Cina è vicina, sempre di più con la Via della Seta e il controllo di risorse (le famose “terre rare”) fondamentali nella produzione industriale odierna.

Oggi Pechino controlla porti come quello del Pireo, in Grecia,dove impone le sue “regole sindacali” in un ossimoro tutto da ridere se non provocasse sgomento. 

 

Questo nostro Occidente sempre pronto a sconvolgersi davanti alle più banali brutalità del mondo, toglie la tremante mano dalla bocca per suggere dal seno del drago, non accorgendosi di bere un liquido mortifero per i suoi valori, se mai ne siano rimasti.

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