La Cina in Europa. Di Maio e Rutte gli anelli deboli
@GuidaLor
Wang Yi è il Ministro degli Esteri incaricato da Pechino di ricucire i rapporti con l’Europa dopo la crisi pandemica e nelle relazioni commerciali, divenute critiche nel comparto comunicazioni, con Huawei sempre piú osteggiata sul 5G dalle grandi compagnie occidentali.
“Ricucire rapporti“ per la Cina significa promettere denari e investimenti.
In questo senso, la fascinazione di Luigi Di Maio verso Pechino è ben nota, nonostante i precedenti accordi per la Via della Seta siano andati, almeno fino a oggi, a tutto vantaggio cinese.
Il nostro neofita Ministro degli Esteri è riuscito a far diminuire l’export -stante, va detto, il lockdown- con un crollo del -18.6% a fronte di un aumento delle esportazioni cinesi in Italia del +1.3%.
L’export di arance non ha funzionato ma la cotta cinese non è passata al Governo italiano ,incapace di condannare con fermezza gli eventi di Hong Kong e sempre timido verso l’autoritaria Pechino.
Un rapporto malsano fatto di tante promesse su carta e di remissione nei fatti, per accordi che fin qui non hanno giovato alla nostra economia.
Ma il tour del Ministro cinese in Europa riguarda soprattutto la difesa di Huawei, esclusa dai bandi di gara per l’implementazione del 5G in quasi tutto l’Occidente.
In questo senso, risulteranno decisivi i colloqui in Francia e Germania, mentre in Olanda, incontrando Rutte, Pechino potrebbe compiere l’ennesimo sgarbo all’Occidente, aggirando il divieto Usa per la vendita dei macchinari necessari alla fabbricazione di microchip.
Secondo le prime indiscrezioni, il leader dei “Paesi frugali”, M.Rutte, sarebbe disposto a vendere la tecnologia in cambio di una pioggia di denari.
Alla faccia dell’unità europea….
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Foto https://pixabay.com/it/illustrations/cina-taiwan-1215511/