La frittata di Natale: terza ondata

Il cortocircuito fra sanità ed economia smascherato nell’azione di un Governo in panne. Il rilassamento pre natalizio, il cashback e la zona franca fra zone gialle prima delle festività fanno infuriare gli epidemiologi. Centri città affollati, maxi assembramenti nei negozi: la frittata di Natale è servita. Il rischio della terza ondata.

 



 

Milano, Roma, Torino, Bologna: le foto dei centri città presi d’assalto dalle folle affamate di shopping diventano virali e preoccupano il Governo.

Le due settimane di allentamento delle restrizioni concesse prima di Natale rischiano di inficiare gli sforzi fatti fino ad oggi. Il lockdown light non è stato capace di abbassare sensibilmente la curva dell’epidemia e la tempesta perfetta si prepara piegandosi alle necessità economiche del Paese.

Migliaia di contagi al giorno, centinaia di morti e terapie intensive ancora sopra quota 3.000: la terza ondata che potrebbe scaturire da queste settimane troverebbe un sistema sanitario ormai stremato e la capacità di accoglienza delle strutture ospedaliere già al limite.

 

 



 

CASHBACK E COMUNICAZIONE

 

Quando si educa il proprio cane la capacità di un comportamento univoco, tanto nel divieto quanto nel premio, è elemento fondamentale per ogni futuro successo.

Per questa via, l’esecutivo schizofrenico oggi infuriato con i cittadini è lo stesso che pochi giorni fa lanciava in pompa magna la “APP IO” per il rimborso delle spese effettuate nei negozi fisici, dove puntualmente le masse si sono riversate in vista delle festività, allettate anche – ma  non solo – dalla politica dei bonus e dei premi a punti.

Una politica che continua a dimostrarsi debole nei confronti di una popolazione esaurita dal virus che non molla; un virus messo alle corde e rinvigorito ogni volta dagli stessi protagonisti, ormai più impegnati a uscire indenni dal 2020 che non a guidare la barca fuori dalla tempesta in cui ci troviamo.

Ad aumentare la confusione e favorire il rilassamento generale ci hanno pensato tutti: dagli epidemiologi alla politica, dai giornali alle tv, lo sbandieramento di un vaccino prossimo nella retorica e nel sangue, si scontra con la realtà piena di incognite, tanto nella riuscita della distribuzione quanto nella protezione sui più anziani e nell’immunità sul lungo periodo.

 

 



 

 

GERMANIA, L’ARTE DELLA FERMEZZA

 

Non siamo stati i soli a sbagliare l’altezza degli argini all’arrivo della seconda ondata.

Anche la Germania, seppur con numeri nettamente inferiori ai nostri, ha tentato la via del compromesso nel lockdown light che Francia e Spagna avevano rifiutato già in novembre, memori della potenza del virus.

Da oggi anche la Merkel capitola, richiamando il regime di “lockdown duro” per la durata di un mese, alla faccia del Natale e delle spese nelle botteghe. In Italia nel frattempo si discute: ormai non riusciamo nemmeno ad arrivare in ritardo.

 

Molto luteranamente la Germania comprende che il virus  non perdona: osserva e punisce. In Italia vince ancora una volta la concessione alla regola, limite cattolico che mostra l’approccio al sociale di un popolo imbevuto nella religione del perdono e del postumo pentimento.

 

Nella prossima frittata di Natale che va formandosi dentro i pentolini caldi di città assediate nella corsa all’acquisto, ci dichiareremo come sempre tutti colpevoli per uscirne indenni singolarmente: una autoassoluzione che non ha mai interessato l’epidemiologia ma rimane il tratto d’istintivo del nostro modo d’essere davanti alle crepe della storia.

 







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