La mobilità sognata dai 5 Stelle e i numeri del green italiano




Appena poche ore dopo l’inizio della Fase 3, con il ritorno a lavoro e il libero spostamento fra le regioni, il piano per la mobilità del Governo ha subito abdicato all’uso del mezzo privato.

Il traffico nelle grandi città risulta congestionato sin dal primo mattino, con gli italiani che stanno preferendo la macchina ai mezzi pubblici, dimostrandosi piuttosto sordi verso gli accorati appelli della politica a “muoversi in bicicletta o in monopattino”.

Un fallimento annunciato, con gli incentivi per la cosiddetta “soft mobility” ideati in aprile, che non troveranno luce prima di luglio, attraverso uno dei tanti decreti attuativi necessari per trasformare le promesse in fatti, gli stimoli in denari.

 

Tra i pochi cavalli di battaglia rimasti vivi e vegeti fra i 5 Stelle, c’è la mobilità green e la facile svolta ecologica, fantasticata fra prototipi di macchine a idrogeno, auto elettriche a basso costo, droni e guizzi di genio vario, i quali non trovano ancora corrispondenza negli usi e nelle possibilità monetarie degli italiani, pur ben disposti, in quanto a intenzioni, verso il necesssario cambiamento.

 



 

Con la crisi dell’automotive, il problema mobilità è tornato al centro del dibattito interno alla maggioranza.

 

Da ultimo, il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si è espresso sull’argomento in contrapposizione alle intenzioni del PD di aiutare a smaltire il parco macchine fermo sotto il sole cocente dell’estate, con la formulazione di incentivi e sostegni.

In tal senso, il Ministro ha affermato di essere “…in favore di un trasporto pubblico efficiente e di veicoli per uso privato ecologici o a basse emissioni, come l’auto elettrica. Perchè incentivare il ricorso alle auto più inquinanti è anacronistico”.

 

Su questo argomento (e fingiamo sia l’unico) Luigi Di Maio forse non afferra il senso del concreto o, più probabilmente, ignora alcune realtà sintetizzabili in pochi, semplici punti rispetto all’attualità della “mobilità green” in Italia. Li sintetizziamo di seguito, per la migliore lettura.
  • Durante il lockdown le immatricolazioni sono crollate del 98%, la produzione nel settore automotive è crollata del 50%: il parco auto delle aziende presenti in Italia è affollato come non mai. Il rischio di accumulare sempre più invenduto potrebbe presto tradursi nel ridimensionamento delle risorse umane, nella chiusura delle concessionarie, nella diminuzione degli investimenti privati.
  • Su circa 39 milioni di vetture circolanti, 12 milioni hanno più di diciotto anni. Ma i proprietari di questi mezzi appartengono verosimilmente alle fasce di reddito più basse e sono difficilmente ben disposti all’acquisto di una macchina nuova, soprattutto ecologica e, dunque, ancora più costosa.
  • Le auto elettriche sul mercato non hanno un’autonomia tale da rendere il carburante “anacronistico”, come afferma il buon Ministro: i modelli sono pochi, i prezzi alti.
  • Per quel che riguarda “l’infrastruttura green”, Legambiente ha calcolato che le colonnine per la ricarica energetica installate e funzionanti su tutto il territorio, siano , ad oggi, appena 2.368. Un numero esiguo, incapace di soddisfare le esigenze quotidiane del più piccolo quartiere di Roma.
  • Gli studi portati avanti dal CNR e altri centri di ricerca, hanno inoltre dimostrato che il ciclo di produzione e, soprattutto, quello di smaltimento dei mezzi elettrici, attualmente risulta più inquinante rispetto ai più innovativi modelli diesel.

 



 

Attorno al tema della “mobilità green”, è bene ricordare che il lockdown ha offerto una possibilità unica: l’analisi della qualità dell’aria nelle nostre città, senza la presenza di traffico.

Seppur la maggior parte degli studi siano ancora in corso, i primi dati del periodo marzo-aprile sul livello delle PM10 non hanno registrato il cambiamento tanto atteso, a differenza del non meno pericoloso NO2 (diossido d’azoto), maggiormente connesso al traffico automobilistico e diminuito in maniera esponenziale.

 

dì @GuidaLor

Segui su  Facebook e Twitter I FATTI CAPITALI (@ifatticapitali)

 






 

Foto https://pixabay.com/photos/autos-technology-vw-214033/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *