La prossima desertificazione commerciale
dì @GuidaLor
Mentre il coronavirus piega l’economia italiana, Amazon e i centri commerciali fagocitano già da un pezzo tutto il settore della vendita al dettaglio: dagli ambulanti alle botteghe fino ai negozi, un universo sul quale è stata costruito il nostro modello di sviluppo sta velocemente estinguendosi.
A lanciare l’allarme è la Confcommercio, che registra la chiusura del 12% degli esercenti dal 2008 ad oggi. Gli ambulanti sono scesi a poco più di 84 mila unità, rispetto ai 98 mila del 2008.
In controtendenza bar, ristoranti e take away, con una crescita, negli ultimi dodici anni, del +16.5%.
La vendita on line – che oggi ha avuto un vero exploit a causa del coronavirus – il porta a porta e i distributori automatici, in appena dieci anni si sono raddoppiati.
In questa trasformazione il problema è rappresentato dalla qualità delle nuove attività, la loro affidabilità nel lungo periodo e le remunerazioni connesse per i dipendenti, dai rider alle Partite Iva.
Tant’è, il futuro indica una via precisa e il coronavirus darà una ulteriore accelerazione a un processo già in atto da tempo: puntare verso la grande dimensione o rimanere “piccoli”, a patto di diventare sempre più tecnologici e flessibili.
In questo senso, il sostegno di un Governo che dovrà decidere cosa fare con le piccole e micro aziende travolte dalla pandemia, sarà fondamentale per costruire la futura sostenibilità del sistema Italia.
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