L’arancia sospesa: pandemia ed epoché
dì Giulia Bertotto
Sono sul divano e rifletto. Personalmente le ipotesi sono tutte aperte sul mio soffitto.
In qualsiasi modo sia andata, che il Sars-coV-2 sia un virus diffusosi in maniera eccezionale per via della globalizzazione e dell’abbattimento di specie tra uomo e virus (effetto diluizione) o che sia il prodotto di bioterrorismo di matrice americana, o un esperimento di bioingegneria effettuato nel laboratorio di Wuhan -sfuggito al controllo dei ricercatori- ebbene, mi paiono teorie niente affatto bislacche.
E poi, anche se il virus fosse “naturale”, la causa sarebbe comunque l’uomo, che con le estinzioni di massa, il disboscamento, la terraformazione e l’inquinamento prepara ecosistemi sempre meno abitabili da animali e sempre più favorevoli a estremofili, virus e batteri, che riescono ad adattarsi a Pm10 e polveri tossiche per gli organismi che hanno popolato la Terra finora.
Vado in cucina che è meglio, mi faccio una bella spremuta d’arancia.
La vitamina C? Sarebbe ingenuo dire che da sola curi il virus, certo, ma nessuno che non abbia sinistre intenzioni si sognerebbe di affermare che motivazione interiore e vitalità del temperamento, condizioni del sistema immunitario, vitamine e alimentazione non siano determinanti per la prevenzione e per favorire la guarigione da qualsiasi morbo. Accendo il Tg che mi invita a “credere nella scienza e alle fonti accreditate”.
Credere alla scienza e a fonti accreditate?
La scienza è un metodo di verifica di ipotesi sempre in corso e le fonti accreditate sono accreditate anche da coloro i quali intrattengono conflitti di interesse con le fonti stesse o, quando si parla di patologie, con le case farmaceutiche che finanziano le loro ricerche.
Succosa questa arancia.
Perciò a questo punto, come mi è già successo anche nell’era pre-pandemica, mi rifugio in me stessa: è una sorta di ritirata filosofica. Una torsione che cerca di fuggire dall’illusione del controllo sull’esterno, su ciò che comporta inganno e congettura, verso ciò che invece posso contattare: me stessa.
Badare bene, non è l’abbandono della ricerca intellettuale, ma della pretesa che la ricerca approdi ad una verità a me disponbile. E, precisiamolo, non è neppure una fuga “vigliacca”, ma la scoperta illuminante di un riparo più prezioso del labirinto che inganna.
Dato che posso sapere nessuna verità fuori di me (eziologia del virus, interessi geopolitici e governativi, patti economici…) perché non c’è modo di accedervi in maniera inconfutabile, trovo l’inconfutabile in me. Con la filosofia.
Con la tecnica filosofica della sospensione del giudizio o epoché cioè l’astensione da una valutazione o giudizio perché non sono sufficienti o evidenti gli argomenti a sostegno del giudizio stesso.
La sospensione del giudizio è una risorsa del pensiero umano che nasce nella Grecia antica, teorizzata dall’Accademia medio platonica (III-I secolo a. C.) la quale trovava un esponente importante nella figura del libico Carneade di Cirene, e in seguito rielaborata dai neo-pirroniani (I-II secolo d. C.), detti anche “veri scettici”, i quali dal loro maestro hanno appreso quel principio chiamato acatalessia, cioè la consapevolezza dell’impossibilità di conoscere le cose nella loro natura, di conoscere le cose ontologicamente, potremmo dire.
Questo processo cognitivo, di rientro all’essenza per mezzo della sospensione del ragionamento arrovellante, attraverserà poi il sistema di Cartesio, e verrà rivisitato nel Novecento da Husserl, fondatore della fenomenologia, che lo definiva l’atto di “mettere tra parentesi il mondo”. E ancora oggi l’epoché è una nostra opportunità. Non diversa per alcuni aspetti da una forma di meditazione orientale.
Ho il dovere di informarmi ma non è inevitabile farmi precipitosamente un’idea.
Soprattutto ho il dovere di rimanere fedele a me stessa quando quelle idee mi portano distante da me. Ho nell’epoché la più ampia e profonda delle libertà nell’angusta situazione che ci opprime. L’importante è che non manchi mai una spremuta di arancia con tanta buona vitamina C.
Foto https://pixabay.com/it/photos/arancia-frutta-agrumi-arance-sano-3170632/