Le purghe di Bolsonaro nel caos del virus.





dì Ennio Ricanelo, corrispondente dal Brasile per “I Fatti Capitali”

 

Dopo aver licenziato – “per opposte vedute sulla pandemia”-  il Ministro alla Salute, L.H. Mandetta, Jair Bolsonaro adesso si scaglia contro un’altra figura d’intralcio alla sua spericolata gestione del potere, cacciando il popolare Ministro della Giustizia, Sergio Moro, già capo della “mani pulite verde oro” che portò all’arresto, fra gli altri, di Lula.

La crisi ha inizio un mese fa, quando il Presidente del Brasile decide di mandare via il Capo della Polizia Federale, Valeixo, reo di non avergli passato informazioni top secret.

Nella conferenza stampa di addio del Ministro Moro, le accuse sono state chiare e pesanti:

“Il presidente mi ha chiesto di mettere a capo della Polizia Federale una persona appartenente al suo staff, in modo da avere un collegamento diretto sullo svolgimento delle indagini. (…) Ho risposto che sarebbe stata un’interferenza della politica nel mondo della giustizia e lui mi ha candidamente confermato che si, lo sarebbe stato.”

Secondo il magistrato, tale interferenza nel lavoro della polizia federale (che è responsabile di tutte le indagini contro la corruzione) sarebbe stata un colpo mortale nella lotta contro il “crimine organizzato”.



Valeixo era un uomo molto vicino a Moro, che ne avrebbe accettato il licenziamento solo a patto di sostituirlo con altra persona a lui gradita e non imposta dal Presidente.

Bolsonaro, come è solito fare, si è difeso attaccando:

“Moro, che ha preferito il suo ego al Brasile, afferma che interferisco nello svolgimento del lavoro della Polizia Federale. Ma se posso cambiare il Ministro perché non potrei, tramite la legge, cambiare il direttore della Polizia Federale? Non devo richiedere autorizzazione a nessuno per sostituire il direttore o qualcun altro.”

Jair Bolsonaro non si è però limitato a mostrare i muscoli e ha cercato di sbugiardare pubblicamente le intenzioni dell’ex Ministro rivelandone le presunte, vere ambizioni, ossia la nomina nella Corte Suprema Brasiliana, in cambio del quale avrebbe lasciato il posto senza “fare tante storie”.

Quest’ultima si è rivelata la goccia capace di far traboccare un vaso colmo di rabbia.

In tutta risposta, l’ormai ex Ministro Moro si è difeso con la pubblicazione delle conversazioni avvenute su whats app fra lui e Bolsonaro, dimostrando che sarebbe stato quest’ultimo a offrirgli un posto alla Corte Suprema pur di  sostituirlo con persona a lui più gradita e accondiscendente con i suoi desiderata.

Smanie di potere e controllo che rendono ancora più inviso sul piano internazionale, ma anche internamente, il Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro.



Foto https://pixabay.com/it/illustrations/jair-bolsonaro-presidente-brasile-4613533/

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