L’orrore quotidiano del dibattito nazionale

Neanche ai tempi di Berlusconi, accusato per 30 anni di aver portato il Paese verso il vizio, si registravano livelli così bassi nel dibattito pubblico nazionale.

Gli episodi di cronaca e le contrapposte fazioni politiche continuano a dividere il Paese in due squadre, come se il futuro di una società e la sua etica si fondassero sul numero di gol portati a casa dall’una o l’altra compagine.

 

Dal caso Sea Watch allo sgombero di Casapound, da Bibbiano fino alla morte del vice brigadiere passando per gli ultimi, noti casi, osservando social e tv si ha un quadro vergognoso dell’opinione pubblica italiana, trascinata da leader politici bravissimi nel rimestare la merda pur di non evidenziare il loro turbinio operativo confuso e controproducente.

 




 

Il popolo continua ad abboccare, la stampa mainstream non ribalta questo tipo di comunicazione ma segue con morbosità le piccole vicende, le storture quotidiane, aumentando il polverone, senza riportare la palla al centro.

Una società che si scanna sugli episodi, piegandoli all’ideale e non partendo dallo stesso,  è una società che ha bisogno di ubriacarsi continuamente di cronaca, incapace di pensare ed immaginare il futuro guardando verso orizzonti più lontani.

Il dado è tratto, il vizio è inoculato: ci vorrà tempo per cambiare le modalità della discussione pubblica.

Ad oggi, stiamo quì, in attesa del prossimo caso di cronaca su cui piantare la bandiera. Auguri Italia.

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