Mamma ho perso i Fondi Strutturali Europei. E adesso chi gestirà il Next Gen Eu?
dì @GuidaLor
Vagonate di soldi e opportunità targate UE perse per mancanza di comunicazione e coordinamento. Incapacità politica e dirigenziale nell’intercettare le necessità dei territori e delle imprese. Progetti mancati, esigenze non appagate. Problemi irrisolti, nonostante la disponibilità finanziaria accordata all’Italia.
Dei 72.4 miliardi di fondi strutturali previsti nel piano europeo 2014/2020 (di cui 44.7 in risorse UE e 27.7 in cofinanziamento nazionale), alla fine del mese di giugno 2020 il nostro Paese è riuscito a spenderne solo il 40%, ovvero 28.8 miliardi di euro.
Sfumate centinaia di opportunità per l’ammodernamento del Paese, ora si attendono le miracolose somme del Next Generation EU: ennesima cascata di finanziamenti agevolati che potrebbero fare la fine dei fondi 14/20, tornando a Bruxelles senza essere valorizzati a vantaggio della comunità.
Fra gli errori commessi in questi anni, Confindustria sottolinea il mancato utilizzo di oltre 2.6 miliardi sui 3.3 disponibili per la trasformazione digitale delle imprese e del settore pubblico.
La capacità di spesa del piano settennale è compromessa e paradossalmente preoccupa l’arrivo dei 280 miliardi di euro del NG Eu, progetto figlio di una pandemia che ha richiesto l’enorme stimolo alla ripresa economica messo in campo dall’Unione, già dai prossimi mesi a vantaggio dei singoli Paesi attraverso l’attuazione di investimenti funzionali alla crescita e propedeutici allo sviluppo, nel contesto della nuova economia verde e circolare.
La dote del Next Generaion Eu è tre volte superiore a quella dei fondi strutturali. A rendere ancora più complicato il suo migliore utilizzo c’è il tempo limite di spesa, fissato a soli tre anni.
Attorno alla delicata gestione dei fondi il Governo si prepara a formare “una struttura di scopo” capace di intervenire in maniera chirurgica, coniugando i bisogni di territori e imprese, ovvero del Paese, alle opportunità finanziarie messe a disposizione con il piano di resilienza europeo.
Le premesse non sono certo le migliori se si guarda ai rapporti registrati tra i vari livelli delle amministrazioni in questi mesi, con il costante scollamento fra la leadership di Governo, quella delle Regioni e la gestione dei Comuni.
La “struttura di scopo” alla quale sta pensando il Presidente Conte dovrà fare i conti con un problema di risorse umane e il complicato compromesso politico per le nomine.
La pandemia ha infatti “bruciato” più di un papavero chiamato dal Governo per arginare la crisi: quali professionisti saranno investiti della responsabilità di organizzare e gestire la più corposa quantità di fondi degli ultimi decenni?
Nel frattempo, tutti i miliardi non spesi dei fondi 14/20 in preparano le valigie: sarà per la prossima volta…
Immagine https://pixabay.com/it/photos/l-ultima-camicia-dollar-bill-20-euro-1510597/