1936,27: non fate crollare l’Europa.




 

Sono l’ultimo figlio del Muro di Berlino, cresciuto e pasciuto con la sigla dell’Eurovisione prima dei programmi Rai.

Ho perso ore di utile apprendimento per ripetere a memoria noiosissime date: dal Trattato di Roma del 1958, al 1 gennaio 2002, quando ci riempirono di calcolatrici per pagare due cocce di insalata al mercato.

A distanza di 18 anni, l’Europa rischia di collassare e fondersi, disciolta nell’acido degli egoismi nazionali.

Mentre si  muore indiscriminatamente e le aziende sono ferme, con miliardi di persone chiuse in un lockdown senza termine, i paesi nordici e la Germania insistono a credere nel rigore, incartati nella rigidità dei morti che pure registrano nelle loro case da tetti spioventi e orologi a cucù.

E’ vero, esiste una scienza economica, dinamiche funzionali al sistema, regole intoccabili: ma per quanti non abbiano ancora capito la persistenza del coronavirus e il suo enorme bastone fra le ruote delle nostre abitudini, l’Europa dei paletti invalicabili e delle proposte insostenibili oggi appare un grottesco nemico dei suoi valori fondanti.



I sovranismi più beceri attendono il passo falso dell’Europa per mettere la retromarcia alla storia: dobbiamo impedirlo.

Quale sia stato il senso di imparare tutte quelle date senza insistere sul valore di una Unione storica, costruita sulle macerie della follia nazista additabile a specifiche bandiere – che pure hanno goduto di tanti vantaggi – risulta oggi incomprensibile.

Il virus è come un’orda barbarica che assale la fortezza mondiale ed europea.

Se la decisione finale sarà quella di lasciare a ogni vassallo la propria tattica difensiva, alla fine resteranno solo macerie. E saranno ben peggiori di quelle lasciate dalle Guerre Mondiali.

Il popolo europeo ha imparato a conoscersi, condividendo presunti valori e abitudini nel segno dell’opulenza, dell’agiatezza: la società odierna è terrorizzata al solo pensiero di rinviare le vacanze estive 2020. L’improvviso shock economicoprovocherebbe il panico generale. E il panico non è mai contenibile nè indirizzabile per le democrazie.

I sovranismi sono lì che scalpitano, pronti a ribaltare la fortezza sempre odiata e a issare la bandiera della più pericolosa emotività politica.

Bisogna impedire a ogni costo di far crollare l’Europa.

Anche perché devo ancora 9.000 lire a un vecchio amico e non intendo restituirle…….

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