Perchè il Governo Draghi fa male alla democrazia
I sogni aiuterebbero a vivere meglio se non fossero incubi.
Al risveglio dalle baccanali che hanno accompagnato l’ascesa di Mario Draghi, l’insoddisfazione di molti italiani inizia a trovare spazio nel dibattito pubblico e su i social, diorama tutto sommato innocuo delle piazze che furono, legittimo sfogatoio autorizzato per gli oppressi, Colosseo senza pietre, luogo in cui non è compreso il concetto di confine.
Terminati i fiori da lanciare al Premier e nonostante il fiume di inchiostro per le costanti narrazioni del superomismo competente e infallibile, il lavoro di un esecutivo in difficoltà su tanti temi – dal lavoro ai diritti civili – registra il malcontento crescente fra elettori di tutti gli schieramenti.
La rivoluzione competente si sta trasformando in fattoria degli animali orwelliana o, meglio, in oligarchia burocratica che guida un mucchio di partiti aggregati intoro alla torta del PNRR.
Tanti i temi sui quali i partiti di maggioranza hanno preferito nascondersi dietro alla figura di Mario Draghi e con l’aiuto di una stampa ad orologeria : dalla preoccupazione per l’educazione scolastica dei nostri ragazzi, scemata davanti al terrore di perdere i preziosi voti del corpo docente nazionale, al caos Inps che travolse Conte in gennaio e oggi, pur persistendo, è finito nel dimenticatoio.
Dal blocco dei licenziamenti sul quale ancora si è deciso nulla, nonostante il termine fissato al 1 luglio, fino al recente pasticcio del DDL Zan: milioni di elettori non sono soddisfatti di un Governo che ricerca compromessi impossibili, unendo Salvini con Bersani, Berlusconi con Provenzano (l’ex Ministro…)
La stortura democratica che ieri non interessava per la presenza rassicurante del venerabile Draghi, maestro infallibile che scivola solo quando improvvisa davanti ai microfoni (v. psicologi), oggi inizia a prendere forma nel partito dell’astensione, realtà in crescita costante, riparo dei delusi di ogni sorta.
La Banca d'Italia ha previsto 500.000 licenziamenti a seguito della fine del #bloccolicenziamenti
Il Governo continua a discuterne a una manciata di giorni dalla scadenza, lasciando nel limbo cittadini, lavoratori, italiani.
Nel silenzio generale affoga la democrazia.#lavoro
— I Fatti Capitali (@Ifatticapitali) June 22, 2021
Chi è insoddisfatto del Governo Draghi?
L’identikit dello “scontento” è composito e trasversale fra gli schieramenti ma il caos più nudo – come al solito – pianta l’ombrellone a sinistra, con il PD ormai interessato solo ai diritti civili, quasi infastidito dai richiami disperati dei lavoratori, cassaintegrati o disoccupati, che pure vorrebbe continuare a rappresentare.
In questo senso, le recenti, numerose morti sui posti di lavoro non hanno trovato lo spazio necessario per essere oggetto di una seria riflessione, offuscate da una festa con Saviano e i litigi interni che contraddistinguono la storia sbagliata di un partito monco.
Ma in un Paese smemorato le cose vanno ripetute più volte come a un vecchio rincoglionito (insulto di par condicio per il trattamento riservato ai giovani “bamboccioni” ndr).
Ricordate i festeggiamenti per il ritorno in politica di Enrico Letta?
Oggi gli stessi elettori affascinati dal “Professor nipote dì” lo inseguono per riportarlo alla realtà mentre ciancia di Erasmus e dote ai diciottenni, in un Paese dove sono ancora irrisolte le disparità scolastiche e non si riesce a creare terreno fertile per un lavoro stabile, soprattutto nella fascia di età 25-35 devastata da due crisi economiche mondiali.
In Gennaio #Conte fu travolto dal caos #INPS per i problemi con i pagamenti delle CIG.@repubblica uscí con un titolo a caratteri cubitali richiamando l'emergenza.
Da allora poco è cambiato ma la stampa non ha più interesse ad approfondire.
+Nel silenzio affoga la democrazia+ https://t.co/vmr1uXE0oA
— I Fatti Capitali (@Ifatticapitali) June 23, 2021
Risulta però ingeneroso tirare sempre e solo in ballo il PD con il suo carico di grottesco.
Luigi Sbarra, Segretario CISL, è contrario al salario minimo per legge.
La CGIL ha abbandonato un milione di lavoratori in mano al caos CIG- INPS e ora si occupa di Palestina e politica estera.
I Sindacati sono morti e a sinistra in molti sparano anche sul reddito di cittadinanza.
In tutto questo non c’è un partito parlamentare in grado di rispondere alle contraddizioni del Governo: chi si sente scarsamente rappresentato dalle gang liberali o alzi il dito per chiedere cosa ne sarà del lavoro di domani resta deluso.
Ma andiamo oltre. E chi può superi il confine perché c’è anche di peggio.
La destra: Berlusconi morto a metà, i no vax e la Lega, il sorpasso della Meloni
Nella destra italiana la morte politica di Berlusconi ha lasciato tanti orfanelli che ora fanno gola agli sbandieratori della famiglia tradizionale (possibilmente bianca).
La retorica delle tasse e quella sugli immigrati ha però trovato nella gestione della pandemia uno strappo che rischia di risultare insanabile con i milioni di italiani contrari ai vaccini, oggi scontenti e tendenzialmente vicini al leghismo duro e puro, così come ai Fratelli d’Italia.
Asciugarsi il viso con la mascherina probabilmente non aiuterà Salvini a salvarsi dall’accusa di doppiogiochismo che i tanti no-vax leghisti lamentano da settimane.
Matteo Salvini, in tour a Siderno in Calabria, e il corretto utilizzo della mascherina. pic.twitter.com/kSLm1GLmOS
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) June 22, 2021