Quanto spenderemo in mascherine, da oggi al 31 dicembre?






Alla spirale di errori in cui il Commissario, Domenico Arcuri, si è testardamente infilato con la decisione di calmierare i prezzi delle mascherine monouso a 50 centesimi, agevolando il crash di mercato e rendendo introvabili i dispositivi, l’ISS guidato dal Prof. Brusaferro, ieri, in conferenza stampa, ha tentato di mettere una toppa grande come una casa, annunciando la possibilità di produrre mascherine fai da te, “purché multistrato”.

Un indirizzo, quello dell’ISS, che arriva dopo mesi di pandemia nei quali si è sbandierato il consiglio di utilizzare dispositvi certificati, con tanto di regolamenti e studi che ne diversificavano le tipologie.

Da oggi chi certificherà l’efficacia delle mascherine prodotte dalla Zia?

 

Il senso di sgomento nei riguardi della travagliata storia delle mascherine, prevale sulla fredda osservazione di una realtà che trova, ancora una volta, l’Italia incapace di organizzarsi di fronte ai grandi eventi: che siano mondiali sportivi o pandemie globali.

 



 

Dopo aver spergiurato davanti alle telecamere la disponibilità delle mascherine a 50 cent, e smentito dalla realtà dei fatti, il Commissario Arcuri prende atto dell’ennesima bozza del decreto fu aprile, oggi detto “di maggio” o, meglio, “di rilancio” (tanto per mascherare non bocca e naso ma i ritardi) in cui si attesta il prezzo minino per le monouso a 1.50 euro e quello delle FFP2 senza valvola a 5.75 euro.

Davanti a numeri ufficiosi come quelli di una bozza, è saggio aspettare prima di dispensare sentenze: sono in ogni caso concesse le riflessioni, almeno fintanto che il pensiero non sarà posto in lockdown.

La prima riflessione, preso per certo il fallimento di Arcuri, riguarda un pasticcio che “alza il tiro” spostandosi sulle mascherine FFP2, per le quali si fisserebbe, secondo molti farmacisti, un prezzo di vendita estremamente basso: a fronte del costo di acquisto, il guadagno sarebbe ancora una volta risicato o nullo, con il rischio di generare un nuovo crash fra la domanda e l’offerta.

Il secondo punto riguarda la spesa pro capite che gli italiani si apprestano ad affrontare da quì alla fine della pandemia.

 



Senza perdere troppo tempo, penna alla mano svolgiamo un seppur approssimativo calcolo di spesa, pressupponendo che dal 31 dicembre 2020 le mascherine non saranno più utili, perché avremo saputo domare il virus.

 

Alla fine dell’anno mancano 235 giorni.

Considerando l’utilizzo monouso delle mascherine da 1.50 euro, consigliate per spazi “all’aperto”, a fine anno ogni italiano dovrebbe teoricamente spendere 352 euro + IVA (senza mettere nel conto i soldi già spesi in questi due mesi).

Tale cifra, moltiplicata per una famiglia di 4 persone, arriva a 1.410 euro + IVA

Consapevoli che all’interno di fabbriche e uffici gli imprenditori dovrebbero mettere a disposizione dei dipendenti i dispositivi di protezione – per i quali riceveranno un rimborso massimo (chissà quando) di 500 euro per addetto- sempre per approssimazione conteggiamo l’acquisto di 80 mascherine FFP2 a famiglia, dal prezzo calmierato in bozza pari a 5.75 euro.

Dunque, ipotizziamo: una famiglia di 4 persone, posto che la pandemia termini il 31 dicembre, per le sue necessità dovrebbe comprare circa 900 mascherine monouso (a meno che non passi intere settimane a casa) e circa 80 FFp2, da utilizzare in luoghi chiusi come supermercati e negozi.

Il costo totale e, ripeto, approssimativo, sarebbe pari a 1.810 euro + IVA.

Calcolando il reddito pro capite più basso d’Italia, registrato nella provincia di Vibo Valentia e pari a 13.500 euro annui, a fronte di una disoccupazione che sarà inevitabilmente crescente nei prossimi mesi, cercate voi l’impatto economico medio di una crisi che da sanitaria quale è (e sarà?) si trasforma rapidamente in una debacle organizzativa ed economica mai vista.

In un quadro sempre più difficile da interpretare, la domanda é: i fondi del MES ai quali l’Italia potrebbe attingere, pari a 37 miliardi di euro da rendere in 10 anni al tasso del +0,1%, e da spendere per costi sanitari diretti e indiretti, non sarebbero parte della soluzione per “l’imposta mascherina”, che non tutti gli italiani potranno permettersi, mettendo a rischio loro e chi gli sta accanto?

 

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