Regina Duarte e la riabilitazione della dittatura militare brasiliana.




dì Ennio Ricanelo, (Twitter @IlRicanelo)

corrispondente dal Brasile per I Fatti Capitali (Twitter e facebook @ifatticapitali)

 

– Brasile, San Paolo, 18 maggio 2020 –

Regina Duarte è una delle più note attrici brasiliane viventi, con la partecipazione a oltre 50 telenovelas e 16 film.

Per la sua fama è stata definita negli anni della dittatura militare brasiliana come “La Fidanzata del Brasile”.

Negli ultimi 60 giorni, è diventata Segretaria speciale della cultura brasiliana presso il Ministero, con incarico affidatole dal Presidente Jair Bolsonaro.

 



 

A seguito del “sì” per questo “Romanzo”, come lo definisce Bolsonaro, si sono registrate numerose critiche da parte del mondo dell’arte carioca, scarsamente sostenuto dal Governo attuale.

Le critiche si sono acuite dopo che negli ultimi giorni sono venuti a mancare grandissimi nomi della cultura brasiliana, come Morais Moreira – cantautore di successo internazionale – senza che la ministra rilasciasse nessun messaggio di condoglianze.

Per tale motivo, la settimana scorsa, per la prima volta la Duarte ha scelto di parlare con la “stampa” e ha deciso di rilasciare un’intervista in esclusiva alla CNN Brasile, grazie alla mediazione di un opinionista del canale legato alla sezione Bolsonarista, Caio Coppola, autore di un poema sulle nozze tra Regina e il Governo, sostenendola nella rincorsa alla carica ottenuta al ministero.

L’intervista si è aperta con la possibilità che si possa dimettere dall’incarico, dopo la pubblicazione di un audio in cui chiede alla sua assistente: “Lui (Bolsonaro) ha voglia di mandarmi via?”, minimizzando la vicenda a semplice malinteso.

Successivamente, quando è stata chiamata in causa sulle mancate condoglianze rivolte agli artisti brasiliani scomparsi in questi ultimi giorni, la Duarte ha risposto di aver inviato una lettera ai familiari, senza fare “annunci mortuari” per mezzo del ministero ma, qualora ci fosse stato bisogno per placare le polemiche, avrebbe postato una pagina sul sito ufficiale per onorarli. Queste le sue parole in merito: “Devo fare un annuncio mortuario continuo? Non mi piace questa cosa. Alcuni nemmeno li conoscevo. Ma se è così importante posso fare una pagina nel sito”.

 



 

Le dichiarazioni più potenti sono arrivate dopo che Paulo Betti, ex collega di Regina, ha postatao su i social, confermandolo in un’intervista, di come la partecipazione  ad un governo capace di difendere la dittatura militare, definendola come un’epoca di “sviluppo e rispetto alla famiglia”, era irrispettosa verso il mondo dell’arte.

In risposta a Betti, Regina ha candidamente affermato che tutte le persone devono pur morire, elencando altri regimi più sanguinari di quello brasiliano.

Successivamente, Regina ha si è esibita in “Pra frente Brasil”, canzone nota per esser stata usata per la propaganda della dittatura nell’anno della Coppa del Mondo del 1970, cercando di nascondere gli innumerevoli arresti e morti contro l’opposizione.

 

Al termine del siparietto improvvisato, si è spinta ad affermare: “Prima di tutto, io credevo, e credo, che il governo Bolsonaro è la migliore opzione per il Brasile. Non voglio guardare al passato e tutti dovremmo guardare avanti, amando il paese. Ricordare quello che è successo negli anni 60, 70 e 80? Per l’amor di Dio. Andiamo. E poi…vamos pra frente Brasil, salve a Seleção… Non era bello quando cantavamo questa canzone?”

Per la cronaca:  la dittatura brasiliana ha ucciso 384 persone. Tra loro il giornalista Vladimir Herzog, morto in una caserma nel 1975, dopo esser stato torturato per la DOI-COD, polizia specializzata del regime. Il suo nome è diventato simbolo della resistenza democratica brasiliana.

 



 

La isposta della classe artistica brasiliana

Dopo la catastrofica intervista rilasciata da Regina, più di 500 artisti di grandissima rilevanza nella storia culturale brasiliana hanno firmato una lettera di condanna contro l’attrice.

Nel comunicato si legge:

“Siamo quelle persone che non accettano le ripetute aggressioni contro l’arte, la scienza e la stampa. E che non accettano mai nè la devastazione del settore culturale nè la minaccia per quel che riguarda la libertà di espressione.”

 “Da artisti, intellettuali e produttori culturali formiamo la maggioranza che rinnega le parole e le azioni di Regina Duarte, come segretaria speciale della Cultura. Lei non ci rappresenta.”

 





foto https://pixabay.com/it/illustrations/brasile-bandiera-in-cerchio-1763627/

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