Scuole chiuse e città in mano agli adolescenti




 

Ora che tutto è ripartito, con la libera circolazioni fra le regioni e il progressivo ritorno a lavoro degli italiani, la scuola diventa un caso nel quale si svelano tutte le contraddizioni di un’azione il cui effetto ha trasceso il fine, assumendo il significato di un immobilismo tipicamente nostrano, con il quale ci affidiamo al tempo come soluzione per ogni male.

 

Senza scomodare il grande Joe Marrazzo, non c’è bisogno di essere reporter consumati per registrare cosa stia succedendo: dal primo pomeriggio alla notte più profonda, i centri urbani e i locali sono invasi da orde di adolescenti che si muovono “in branchi”, come i dinosauri di Jurassic Park, prendendosi le città al suono delle micro car, degli scarichi dei motorini, delle grida entusiaste di chi non ha ancora tempo per riflettere sul proprio ruolo nella società ma è più interessato a fare colpo su Marina e viceversa. 

 

Le scuole sono chiuse e mentre i grandi giocano a fare i geometri sui centimetri di distanza nelle classi o guerreggiano sotto le insegne dei sindacati, i giovani hanno tutto il tempo di assembrarsi nei modi più comuni alla loro età.

 




 

Ora, al di là della legittima invidia di chi non può tornare fra i banchi, qualunque dirigente politico non riesca a vedere tale realtà forse non ha una finestra da cui affacciarsi, oppure, più semplicemente ma non con meno colpe, latita il senso di responsabilità verso il futuro incarnato nei giovani e l’intenzione di prendere atto del fallimento di una scuola chiusa a tempo indeterminato mentre il Paese torna a vivere con sempre minori precauzioni, sulla scia di una nuova narrazione per la quale il virus si sarebbe indebolito oltre ogni dimostrazione scientifica fin quì raggiunta.

 

In questo senso, leggere la diatriba fra sindacati della scuola, la Ministra dell’imbuto e un Governo barcollante su questo e altri temi, fa venire voglia di aprire una bottiglia e osservare queste bande di giovani innamorati, leader in divenire, timidi acneici con il passo svelto, pensando a tutti i pro e i contro di una scelta scellerata, con la quale si è  abbandonato proprio chi dovrebbe frequentare la scuola per il suo compito principale: il coinvolgimento e l’auspicato assorbimento del concetto di responsabilità verso chi si prepara all’ingresso in società.

 

dì @GuidaLor

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foto https://pixabay.com/it/photos/persone-amici-insieme-felice-4050698/

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