Si scrive Covid19, si legge Nemesi. Trump, mitologia e contagio




dì @GuidaLor

 

Nella mitologia greca alcune potenze astratte hanno il nome di una conseguenza.
E’ questo il caso di Nemesi: corpo stupendo, capigliatura sontuosa e un’amica sempre vicina, Aidos.
Passate rispettivamente alla storia con la traduzione di Vendetta e Pudore, unite dall’offesa, l’affrontano in maniera differente.
Aidos trattiene la reazione, è la modestia della propria condizione; Nemesi rappresenta la liberazione dell’atto pensato, la compensazione al torto subito.
Mitologia e Covid. Trump, Bolsonaro, Johnson, imprenditori e religiosi: chi ha negato Aidos spesso ha fatto i conti con la sua compagna Nemesi, protettrice dell’ordine cosmico.

 

Scese sulla terra seguendo necessità personali e personali capricci, le divinità sembrano ancora oggi imperversare nel segno di una pandemia che, come in un tempo che non fu mai (o lo sarà per sempre?), intervengono con gesto improvviso nella vita degli uomini.
Tale beffarda ruota della ripetizione si muove come il divino nelle storie mitologiche, attraverso un incontro imprevisto, nelle mentite, innocue spoglie di un conoscente, di un collaboratore, nel caso dell’uomo più potente al mondo per via di una collaboratrice: mezzo del contagio, nemesi della negazione.

 

Ma parlare di “lezioni” nel mitologico è sbagliato. Le divinità greche non insegnano mai e agiscono sempre per sfizio o per offesa, desiderio o ferita da riscattare.
Le loro azioni rappresentano solo l’origine del senso. Non esistono altari con potere di varco nella comunicazione fra il basso e l’alto (o altro). Il mitologico non vuole segnare un percorso ma mettere un punto.

 



 

Agli uomini viene in ogni caso fornito il modo di comprendere anche attraverso la mitologia, racconto che non insegna e va per conto suo senza troppo articolati “perché”.

 

E quì torniamo a Nemesi, la più bella, donna della necessità che un giorno Zeus decide di possedere.
“Sedurre una necessità” si dimostra compito arduo anche per la divinità più potente, in un desiderio di liberazione fisica che si infrange di continuo e non trova risultato nelle suppliche e nei corteggiamenti. L’unico modo di dominare Nemesi è allora quello di ingannarla attraverso un travestimento, sotto forma del cigno che stuprerà l’oca selvatica.
Nella metamorfosi che scandisce il tempo, era della mitologia alla quale ne seguono altre, per chi nega la pericolosità del virus la lezione del travestimento di Zeus prende forma nell’uso della mascherina e nel distanziamento.
Pretendere la consapevolezza dell’impensato e del microscopico non è la lezione del virus o l’insegnamento di una divinità: perchè tutto si muove nel casuale.
Ma consapevolezza e senso del limite sono lo spazio nel quale è costretto l’uomo, obbligato a stare nel posto assegnato, sempre, anche se crede di poter entrare nell’Olimpo: ed è quando ciò accade, è proprio allora, che la divinità greca interviene sulla terra per rimarcare ogni differenza.

 




Foto https://pixabay.com/it/photos/medusa-gorgone-greco-mostro-4736992/

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