Spiagge libere: App per la prenotazione e confusione generale.
Nel Paese in cui si parla di “brand Italia” per rilanciare il turismo, a meno di due settimane dall’inizio dell’estate non sono ancora chiare le modalità con cui saranno regolamentati gli accessi alle spiagge libere.
Le linee guida diffuse dall’ISS sono state recepite dai vari Comuni, i quali, in larga parte, devono ancora legiferare sui litorali di competenza, in un caos che getta nella confusione i turisti.
Molti comuni si affideranno a delle App sviluppate in fretta e furia negli ultimi giorni: da “In spiaggia” a “JBeach” da “IBeach” fino a “Prenota Lido”, sarà possibile monitorare lo spazio disponibile nella spiaggia di destinazione, con l’obbligo di prenotarsi prima dell’accesso al mare. E’ questo il caso di localitá come Tarquinia, Jesolo, Ancona, Bacoli.
In altri comuni l’accesso sarà liberamente consentito, purché vengano rispettate le sicurezze di distanza: 2.5 metri ai lati di ogni ombrellone, 4.5 metri fra ogni fila, con l’assurda pretesa di rendere i bagnanti dei geometri improvvisati.
I controlli saranno eseguiti dalla polizia municipale del comune di competenza. A Fiumicino (Roma), sotto la cui amministrazione si estende un tratto di costa pari a 100 km, sono stati reclutati 100 volontari per controllare i giusti distanziamenti e richiamare gli indisciplinati all’ordine.
In attesa che vengano diffuse le regole di ogni comune italiano, il dato certo è che il Governo ha dato vita a un nuovo, clamoroso pasticcio.
Altro che “Brand Italia” per il turismo….
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