Tre considerazioni sul nulla: informazione, politiGa e ritorno del Premier




 

In questo weekend mi hanno colpito tre cose:

  • il circo mediatico generato dalla positività al coronavirus di Silvio Berlusconi;
  • la politiga su tutto, a partire dal covid19;
  • l’apparizione di Conte dopo un paio di settimane.

 

Sul primo punto ho già avuto modo di esprimermi ma, considerati gli sviluppi, vorrei aggiungere un commento riguardo l’atteggiamento della stampa nazionale che ancora una volta abbandona il terreno dell’analisi spostando l’attenzione sulla ricerca del morboso.

In questo senso, le domande al contestatissimo Prof. Zangrillo, attorno alle condizioni di Silvio Berlusconi, sono sembrate l’ennesimo svilimento di un compito prezioso, sacrificato al sensazionalismo da copertina: “Da chi è stato contagiato?” o “E’ attaccato all’ossigeno?”, sono interrogativi che non arricchiscono i lettori ma intendono drogarli di dettagli insani.

Una informazione intenta a scavare fino in fondo notizie per le quali sarebbe più interessante analizzare il contesto è un’informazione pigra che fa leva sull’ossessivo e risponde a quel concetto di “Live” prettamente televisivo, sull’altare del quale sta per essere sacrificato l’inerme lettore.

 

Se è vero che tutto si sta confondendo e i siti delle maggiori testate sono sempre più multimediali, ci avviamo verso la deriva dell’informazione basata su morbosità, protagonismo e ricavo, comodamente appoggiata alla nostra antica vocazione di strapaese affezionato al chiacchiericcio sporcaccione, nonostante la consapevolezza – e quì ritorna in gioco la figura di Berlusconi con il suo devastante contributo – che il disprezzo verso cultura e complessità ci abbia portato in fondo a tutte le classifiche sullo sviluppo sociale, oltre a quelle relative a crescita economica e industriale.

 

 



 

Peggio della stampa nazionale riesce però a fare la politiga su tutto, specchio di una società a tratti davvero avvilente.

 

Per uno Zingaretti che twetta dal mare toscano della sinistra, implorando i negazionisti di fermare le loro assurde manifestazioni, c’è una Meloni che lo ricorda assembrarsi a febbraio a Milano, quando la pericolosità del virus era ancora sottomessa alla forza dell’abitudine.

La leader di Fratelli D’Italia continua però ad avere problemi di memoria storica, oltre che rispetto al fascismo vecchio e nuovo dal quale stenta a sganciarsi, anche verso la  posizione ambigua nei confronti del negazionismo e dei no mask, dimenticando di aver guidato un maxi assembramento appena pochi giorni dopo la fine del lockdown, a Roma, insieme al compagno Salvini.

 

In questo bailamme Giuseppe Conte  torna alla ribalta partendo dalla “Festa del Fatto Quotidiano” dove tradisce la solita, efficace oratoria con la gaffe sul numero dei morti per covid, sulle prospettive delle elezioni statunitensi quasi declassate al testa a testa fra due rappresentanti di classe, per finire con l’assurda giustificazione del no ad un MES che avrebbe contribuito ad aumentare la spesa pubblica perché: “Se con i soldi del MES posso costruire un ospedale è pur vero che poi lo devo mantenere”. 

Come se il paziente X non si lasciasse operare un ginocchio rotto per il costo delle terapie successive: il Premier giustificherebbe quindi un popolo di zoppi? Forse.

 



 

Ma è nella sede più solenne del Forum Ambrosetti che il Premier torna a fare ciò in cui risulta, a mio avviso, imbattibile: riassumere il presente, presentare il futuro.

 

Partendo dai numeri dell’economia internazionale e sventolando il nostro “meno peggio” sul PIL, il Presidente continua a intercettare presunti “punti di forza” di un Paese letteralmente spaccato a metà ma pronto a essere rincollato insieme grazie ai soldi del recovery fund e dagli sgravi contributivi per le imprese del Meridione.

Una gran bella soluzione che però tradisce la logica del no al MES: se evitiamo di costruire ospedali per il costo di mantenimento, togliere contributi a una struttura produttiva che non regge per tanti motivi infrastrutturali, a partire dalle mafie, come potrebbe essere sostenibile?

Per fortuna il Premier non ha intrapreso la carriera edilizia: evitare investimenti dove c’è domanda e ristrutturare nel deserto a partire dal tetto, probabilmente non avrebbe giovato alle sue finanze.

E allora, nel tango continuo di questa follia quotidiana,venga avanti il prossimo: domani è lunedì, c’è spazio per tutti.

 

dì @GuidaLor



foto https://pixabay.com/it/photos/klee-quadrifoglio-lucky-clover-1949981/

Un pensiero su “Tre considerazioni sul nulla: informazione, politiGa e ritorno del Premier

  • Settembre 7, 2020 in 5:15 am
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    Un commento a margine su Meloni.
    Penso che sia riuscita con successo in un’operazione non semplice.
    Resuscitare tale e quale il MSI dopo il tentativo di Fini – fallito per limiti oggettivi dell’uomo – di creare in Italia una destra conservatrice meno nostalgica e più sul pezzo.
    Presentandosi come novità pur essendo in politica fin dalle fasce, Meloni invece ha ricreato con successo il partito di Almirante: una parvenza perbenista ai vertici, con alla base militanti che ostentano con sempre maggiore sicurezza l’ideologia fascista e l’inclinazione alla violenza.
    Giorgia ammicca a tutte le varietà della destra antistorica, da Almirante a Santanchè, a casapound, accogliendo en passant arruffapopoli, fanatici religiosi, personaggi loschi di ogni fatta.
    E questo per il momento sembra fruttarle bene.

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