Tre lustri di battaglie: quindici anni dalla morte di Luca Coscioni
dì @GuidaLor
Il 20 febbraio del 2006 il corpo di Luca Coscioni si consegna alla storia per la lotta della libertà scientifica e dei diritti civili, lasciando un testimone raccolto dall’omonima associazione nata nel 2002.
Eutanasia, proibizionismo nel campo delle droghe, ricerca scientifica sugli embrioni, fecondazione assistita per single e coppie dello stesso sesso, gestazione per altri, lavoro sessuale: l’ampio fronte delle libertà di cui l’Associazione si è fatta carico in questi anni, ha dimostrato come l’opinione pubblica sia più sensibile dei propri rappresentanti politici verso temi che, al di là di ogni morale, rappresentano il nucleo dell’etica, della responsabilità civile e dell’uguaglianza tout court.
Un attivismo tradotto in proposte firmate da migliaia di cittadini per rispondere al dibattito parossistico dei salotti televisivi e virtuali, rispetto a battaglie rese possibili grazie al coraggio di tanti protagonisti come Luca Coscioni o Piergiorgio Welby.
Come espresso dalla Segretaria, Avv. Filomena Gallo, “Luca Coscioni ha lasciato un metodo d’azione: dal corpo del malato e delle persone, al cuore della politica”.
La mission dell’Associazione si è sempre tradotta in piani organici e concreti, con risultati sorprendenti come nel caso della Legge 40, di cui Coscioni fu simbolo e promotore, o nell’implementazione del testamento biologico, restituendo ad ogni cittadino -che senza dubbio è sempre un futuro malato- la sua dignità.
Nel lungo periodo della pandemia e a causa della concomitante crisi economica, i diritti civili hanno pagato un prezzo altissimo sia in termini di visibilità nel dibattito pubblico che nel peso specifico all’interno della programmazione politica.
Tale contesto non ha scoraggiato né il Tesoriere, Marco Cappato né il Consiglio Generale, recentemente riunito per discutere sull’orizzonte di un panorama composito, dal fine vita alla cannabis terapeutica, arrivando alla decisione di intraprendere nuove battaglie referendarie per portare all’attenzione dell’esecutivo Draghi le istanze di molti cittadini.
Lotte per la libertà in un Paese che si vorrebbe laico ma soffre lo strappo di retaggi antichi, nell’epoca in cui i recenti avvenimenti pandemici e la scoperta dei vaccini a tempo di record, rendono ancora più attuali le parole di Coscioni:
“C’era un tempo per i miracoli della fede. C’è un tempo per i miracoli della scienza.”
Quel tempo è oggi e per sostenerlo l’Associazione Luca Coscioni muove le lancette della storia grazie al lavoro degli attivisti e quello dei sostenitori, che attraverso le donazioni rendono possibile il proseguimento di battaglie nella quali Luca, da buon maratoneta, corre ancora insieme a chi ne condivide valori, speranze, passione, determinazione.