Tuo figlio è un Neet?

Vengono definiti “Neet”, acronimo di “not in education, employment or training”, ragazze e ragazzi fra i 15 ed i 29 anni che non studiano, non lavorano e non hanno intenzione di mettersi alla ricerca di una occupazione.

Tale realtà riguarda oltre 5 milioni di giovani in tutta Europa, ma è  l’Italia, secondo i dati Eurostat, a guidare questa speciale classifica, con oltre 2 milioni di Neet, davanti a nazioni come Grecia e Bulgaria.

In Italia abbiamo un grande problema: una città con le dimensioni di Roma, popolata solo da una gioventù stravaccata sul divano.

 




Se, come scriveva Baudelaire, la “noia è il principio di tutti i mali” i NEET rischiano grosso. Allo stesso tempo, un Paese che ne ospita una quantità così numerosa gioca con il suo futuro, preparandosi ad avere un esercito di cittadini che non contribuisce in alcun modo alla spesa dello Stato, drenando risorse per sanità, welfare, sicurezza etc.

 



Il Progetto Garanzia Giovani, nato già nel 2014,  ha provato a contrastare questa tendenza, ma su una utenza di 2.18 milioni di ragazzi, in 5 anni 807 mila di loro non hanno nemmeno compilato il modulo, 500 mila non hanno avuto accesso ai progetti per l’inserimento nel mondo del lavoro (stage, tirocini) e 300 mila sono ancora in attesa di risposta.

Garanzia Giovani non assicura in alcun modo una occupazione, ma vuole introdurre i giovani nelle dinamiche del mondo del lavoro e formarli per un futuro che non può – e non deve – essere speso sul divano.

Per molti addetti, il fiasco è dovuto alle Regioni che, a causa di problemi organizzativi e di bilancio, non sono riusciti a coinvolgere il giusto numero di ragazzi.



Si parla tanto del risparmio cospicuo degli italiani, ma 5 milioni di Neet ed un mondo del lavoro precario, possono davvero erodere come simpatici scoiattoli le ricche tane dei propri genitori: ma a festa finita, fra 15/20 anni, che si farà?

 

foto https://pixabay.com/it/photos/uomini-donne-abbigliamento-coppia-2425121/

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