USA: anche gli algoritmi per la salute possono essere razzisti
dì @GuidaLor
Esaltante ma complesso.
I benefici degli algoritmi applicati alla gestione delle strutture ospedaliere, a supporto degli operatori e in favore dei pazienti, spingono il sistema sanitario statunitense ad accelerarne lo sviluppo, con la promessa di trasformare in maniera radicale il mondo della medicina e della chirurgia.
Già autorizzata in più di 50 casi dalla Food and Drug Administration, e oggi oggetto di una revisione normativa, la rivoluzione del calcolo semplice è pronta per il salto di qualità verso il complesso, nell’integrazione con intelligenza artificiale (AI) e apprendimento automatico (ML).
Un’innovazione grazie alla quale sarà più facile gestire le risorse delle strutture e gli appuntamenti, risolvendo l’annoso problema del “no-show” dei pazienti, migliorando la diagnosi predittiva e il monitoraggio delle crisi.
L’entusiasmo deve però fare i conti con la complessità della costruzione algoritmica e le difficoltà di implementazione nel sistema.
La gestione di dati complessi rimanda alla necessità di figure specifiche, preposte al controllo e all’analisi, in un processo di costante ricerca e comunicazione fra le varie realtà, per la creazione di un inventario degli algoritmi dal quale scaturiscano risultati precisi e conformi.
Alla base di questo processo, il delicato tema dell’errore a monte, ovvero nell’inserimento delle specifiche iniziali.
Alcuni, recenti studi, hanno riscontrato la possibilità di dare luogo a discriminazioni razziali o sociali nel trattamento dei pazienti, a causa dei dati forniti all’algoritmo (parametri dell’assicurazione medica, paese d’origine).
A fronte di alcuni, possibili danni non intenzionali, si tratta comunque di un percorso “in avanti” inarrestabile, a motivo dei giovamenti che comporterebbe su più piani.
Le strutture di supervisione e la regolamentazione in atto, saranno decisive per la rapidità di implementazione degli algoritmi, sistemi di calcolo già pienamente inseriti nel quotidiano della società e pronti a stravolgere il modo di intendere la cura e la salute del paziente di domani.
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