Uso strumentale del Covid, caccia al colpevole e fallimento della Fase 2
dì @GuidaLor
Partiamo da una premessa doverosa: di fronte a una pandemia mondiale la singola nazione non può difendersi senza scivolare nell’utopico, dalla chiusura delle frontiere a tempo indeterminato fino alla limitazione delle libertà personali e commerciali ai danni della propria economia.
Ciò detto, il dibattito politico e pubblico nella gestione della Fase 2, divenuta a stretto giro Fase 3 de facto, apre le porte, numeri alla mano, verso la prossima ondata di contagi e all’analisi di gestione per un periodo prudenziale nel quale sono mancati i controlli necessari e la collaborazione di gran parte della popolazione.
Secondo il Prof. Nino Cartabellotta “il coronavirus ha sempre 3-4 settimane di vantaggio rispetto ai numeri giornalieri”. Per questa via, i dati in chiaro aumento nel mese di agosto proiettano il Paese verso una nuova ondata sulla quale in tanti si sono azzardati con previsioni ottimistiche, a partire dal Viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, più volte rassicurante, almeno fino a qualche giorno fa, e ora pronto a puntare il dito contro i giovani e i vacanzieri.
L’archivio di questi mesi è infarcito delle dichiarazioni che ora si ritorcono contro gli avventati avventori di un protagonismo indecente, per il quale la scommessa sul coronavirus ha girato attorno alla ruota della fortuna più che sul controllo, sul tracciamento dei positivi, sul rispetto delle norme e sulle multe verso chi trasgrediva e trasgredisce.
Mentre l’indecoroso centrodestra trova nel disco rotto dei migranti i colpevoli dell’odierna situazione, i più giovani tornano dalle vacanze all’estero infetti e ignari, con la tardiva mossa di tamponi e quarantene che non può fermare una massa umana proveniente da tutte le parti del mondo, tanto per via aerea quanto per quella marittima e ferroviaria.
Se la nuova impennata di contagi, data la situazione internazionale, era probabilmente inevitabile, nel periodo fra marzo e maggio lo Stato ha dimostrato di poter gestire in maniera capillare ciò che succedeva sul territorio, imponendo il lockdown e un controllo al quale era difficile sfuggire anche nelle campagne più sperdute. Terminata la necessaria prova di forza delle Istituzioni si è però passati alla preghiera speranzosa, fallendo su tutta la linea.
Pur consapevoli che la campana sarebbe tornata a suonare, abbiamo coperto le orecchie per non sentire e gli occhi per non vedere. La giustificazione estiva per ogni atto privato, ha cosi assunto il senso comune dell’opera propagandistica portata avanti in queste settimane dalla politica, da molti imprenditori e dai singoli cittadini: al grido di “ognuno per sè, covid per tutti”, il Paese si prepara adesso all’autunno con la soluzione di qualche tampone in più, la caccia al colpevole e una situazione economica disastrosa.
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